Mancano due minuti a mezzanotte, e Minotti ci propone il suo solido pensiero di destra. Non è alla moda e non è “politicamente corretto”; dice cose che possono piacere o meno. Merita di essere ascoltato.

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Chi poserà i propri lombi sulle due poltrone ticinesi al Consiglio degli Stati? Non sappiamo ancora chi avrà vinto: ovvero se la coppia Lombardi-Merlini, grazie alla martellante mobilitazione scribacchina di tutta la truppa di caballeros e di peones dei due partiti cosiddetti di Centro, ce l’avrà fatta. Oppure no (ovvero ad affiancare Lombardi sarà Chiesa, come da risultato intermedio del primo turno). O addirittura magari ci sarà una rimonta clamorosa dell’asse Merlini-Carobbio che magari per un pelo sopravanzerà non solo Chiesa ma pure Lombardi… Chissà? Le variabili sono troppo numerose per fare un pronostico.

Una cosa è chiara: se il risultato rispecchiasse quanto scritto sui giornali, Lombardi e Merlini supererebbero largamente Chiesa, il quale dovrebbe essere superato pure da Carobbio…..Se invece dovesse esprimersi un voto di disagio verso la partitocrazia dominante, potrebbero anche esserci sorprese. Tutto dipenderà dalla partecipazione al voto: dalla mobilitazione dell’elettorato leghista per Marco Chiesa da un lato e, d’altro lato (dato per scontato che la Sinistra andrà compatta a votare per Marina Carobbio) dal grado di mobilitazione di liberali e pipidini e dalla compattezza con cui esprimeranno pure il secondo voto (in specie quello pipidino per Merlini). La “base” seguirà effettivamente i vertici che compattamente raccomandano il tandem “di centro”?

Una cosa è certa: una certa propaganda martellante e aggressiva a favore del “tandem di Centro”, mi ha dato personalmente fastidio. Passi quando si tessono le lodi dei meriti di Lombardi e Merlini, ma è spiacevole quando ciò si accompagna alla sottovalutazione delle capacità degli altri due candidati/e, parlando di loro come “degli estremi che se eletti al Consiglio degli Stati si annullerebbero”, oppure implicitamente descrivendoli come incapaci di difendere gli interessi del Ticino a Berna, che solo i candidati di Centro (così la vulgata del nuovo pensiero unico liberalpipidino) sarebbero in grado di far valere!

Agli Stati c’è già ora una maggioranza di centrosinistra
Questa propaganda è (per il suo eccesso) un po’ ridicola, oltre ad essere surreale. Naturalmente è lecito che uno che vuole una politica ministeriale (che sostenga il C.F. qualsiasi cosa faccia) sostenga il duo PLR-PPD. Ma è ridicolo, perché totalmente avulso dalla realtà dei fatti e dagli equilibri politici nelle due Camere, sostenere che se il Ticino eleggesse Chiesa agli Stati – o al limite anche se eleggesse Chiesa e Carobbio – la Camera dei Cantoni ne risulterebbe squilibrata e “bloccata dai due estremi”. Questa è una favola, perché la Camera dei Cantoni sarebbe in ogni caso dominata da una maggioranza PLR-PPD, in buona parte già definitiva e che l’esito dei ballottaggi del 17 novembre non cambierà se non marginalmente. Inoltre i “fans del tandem di centro” sottacciono che nel Consiglio degli Stati (dove la presenza UDC è molto più ridotta rispetto al Nazionale) già nella scorsa legislatura c’era – grazie alla forte presenza PPD – una maggioranza di centrosinistra, per esempio con decisioni più generose in ambito AVS e a favore di tasse ambientali più pesanti.

Orbene, in quest’ultimo campo, nella legislatura che si apre – dopo la svolta ecologista della presidente Gössi – probabilmente anche il PLR si accoderà alla politica di tasse ecologiche inevitabilmente antisociali e penalizzanti il ceto medio….Inoltre, con le elezioni del 20 ottobre che hanno segnato la notevole avanzata dei partiti Verdi, anche il Nazionale si è spostato sulle posizioni del Consiglio degli Stati. Anche al Nazionale UDC e PLR, con qualche occasionale sostegno dei Verdi Liberali o del PBD, non avranno più i voti per frenare qualche concessione demagogica (cioè senza garanzia di finanziamento)in materia sociale. Allora, di quale stravolgimento si vuole parlare?

I cittadini hanno votato verde e si ritrovano una politica internazionalista e filo-UE
Non parliamo poi della politica della Svizzera vis-à.-vis dell’UE: il fronte degli “euroforici” é uscito massicciamente rafforzato dalle elezioni del 20 ottobre, non solo per l’indebolimento dell’UDC, ma pure per la mancata rielezione di alcuni deputati PLR e PS su posizioni “prudenti” in merito all’Accordo quadro e alla libera circolazione senza troppi intralci dei lavoratori. Detto crudamente, la gente ha votato pensando al verde, ma si ritrova un parlamento socialista, internazionalista e filo-UE. Su questo tema non cambierà nulla di nulla, i dadi sono ormai tratti per questa legislatura (e speriamo solo che si possa riuscire a sventare le più grandi sciocchezze in votazione popolare). Raccontare che un avvicendamento su qualche poltrona del Senato possa cambiare qualcosa di sostanziale alla situazione descritta è fumo negli occhi, è prendere per il naso i cittadini.

Il Ticino non è un feudo di PLR e PPD !
Ma pure l’argomento che, per far valere gli interessi del Ticino a Berna, sia indispensabile eleggere Lombardi e Merlini, appare un po’ tirato per i capelli. C’è un sottofondo di arroganza in tale affermazione, che risulta quasi offensivo per gli altri due candidati. Forse che Marco Chiesa non sarebbe capace di fare qualche mozione a favore del Ticino, tessendo i necessari contatti nelle commissioni con i rappresentanti degli altri Cantoni? Non avrà forse l’esperienza di Lombardi, ma certe cose si possono imparare (e d’altronde egli siede già da 4 anni a Berna e non ha solo scaldato la sedia).

Ad ogni modo, se la scelta è tra Chiesa e Merlini, per rappresentare meglio l’orientamento della maggioranza dei ticinesi su alcune questioni essenziali per il nostro Cantone, sarebbe molto meglio Chiesa. Chiesa sostiene che la libera circolazione delle persone ha avuto effetti nefasti nel Ticino (e sta cominciando ad averli anche in Svizzera) e quindi la sua elezione rappresenterebbe un “segnale” importante a livello nazionale. Per dirla in modo un po’ suggestivo: finalmente anche agli Stati vi sarebbe un rappresentante ticinese che non dirà “grazie padrone che mi hai dato una bastonata” accanto al Lombardi di turno che nella migliore delle ipotesi si limiterebbe a proporre al padrone (= al Governo) di togliere gli aculei dal bastone prima di picchiarci! L’equilibrio dei voti nella Camera alta sulla maggior parte dei temi non cambierà, ma almeno avremmo la soddisfazione che un ticinese esprima lo stato d’animo autentico di molti ticinesi!

In ogni caso, l’elezione di Merlini – fino a poco tempo fa un “negazionista” dell’effetto dumping dei frontalieri sul mercato del lavoro ticinese – sarebbe una grande incoerenza degli elettori ticinesi. Al limite, una elezione di Marina Carobbio sarebbe più logica, perché rivelerebbe il crescente disagio dei ticinesi verso certi fenomeni che preoccupano molti ticinesi (oltre al dumping salariale, pure la inarrestabile lievitazione delle spese sanitarie e dei premi di casse malati). Su tali due temi bisogna riconoscere che Marina Carobbio ha sempre mostrato maggiore attenzione rispetto ai rappresentanti del PLR e del PPD; poi magari sulle ricette da lei proposte si può anche dissentire (e peraltro non crediamo che il parlamento gliele accetterà senza fiatare…..). Anche nel caso di Marina Carobbio, l’elezione sarebbe un segnale mandato a Berna. Nulla più di un segnale. Ma certe volte i segnali possono essere utili.

Finalmente una presenza femminile agli Stati?
Infine e soprattutto, a proposito di segnali, l’elezione di Marina Carobbio ne sarebbe unoa favore di una maggiore presenza femminile nelle Istituzioni. Personalmente non condivido un certo rivendicazionismo femminista militante di M.C. (come non condivido qualsiasi altro tipo di rivendicazionismo militante), però forse si deve riconoscere che gli altri partiti hanno un po’ negletto l’incoraggiamento e la preparazione di valide candidature femminili. Senza riandare alle ferite degli anni addietro, basti vedere come ancora il 20 ottobre u.s. i liberali-radicali non siano riusciti a far eleggere una donna al Nazionale (pur avendone tre in lista, o forse appunto perché ce n’erano tre – peraltro abbastanza preparate -).

Stessa cosa vale per il PPD, che nel 2011 non seppe fare eleggere una sua valida rappresentante femminile al Nazionale. Queste cose presto o tardi si pagano: infatti, candidate del calibro dell’ingegner Monica Duca Widmer non si trovano tutte le mattine sulle cunette delle strade, ovvero non si inventano dall’oggi all’indomani! Motivo per cui l’elezione di Marina Carobbio agli Stati (oltre a premiare l’impegno dell’interessata) sarebbe una lezione anche per gli altri partiti e uno stimolo a preoccuparsi un po’ di più nel futuro di coltivare e preparare valide candidature femminili! Se i partiti di Centro al proprio interno continuano a considerare le candidature femminili ancora e sempre delle mere candidature-alibi (o, ancor peggio, se vengono “gambizzate” le migliori fra esse), non devono meravigliarsi se un giorno o l’altro verrà eletta una donna socialista ticinese al Consiglio degli Stati (e magari un domani, Dio non voglia, anche in Consiglio federale).

Mi si dirà: anche l’UDC non dà certo il buon esempio nel promuovere le donne. Sicuramente, è vero. Però l’UDC era finora nel Ticino un partito relativamente piccolo, con un unico seggio alle Camere, mentre i partiti storici “di centro” ne avevano finora due, tre comprendendo i consiglieri agli Stati. Eppoi suvvia: l’UDC si sa (lo dite sempre voi stessi!) che è un partito un po’ conservatore e tradizionalista, quindi un po’ in ritardo su certe cose. PPD e PLR al contrario si dicono più “à la page” e, quindi, non dovrebbero prestare il fianco a una critica così ovvia e prevedibile!

Paolo Camillo Minotti