Prendersi cura del proprio modo di pensare per dare sollievo alla sofferenza

Dare sollievo alla sofferenza. “Wake Up: sveglia la presenza!” di Toni Mischitelli della collana IO SONO, tratta di questo ed è una lettura per menti libere.Toni Mischitelli non è uno scrittore ma un manager affermato con una esperienza da raccontare ma che vive in un posto speciale dell’Italia, San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia dove sono custodite le spoglie di Padre Pio, San Pio per i cattolici, e dove è stato costruito quel miracolo che è frutto dell’esperienza più dura che un essere umano possa sopportare: la sofferenza appunto ovvero la Casa Sollievo della Sofferenza , ospedale religioso italiano classificato” ad elevata specializzazione”. Un miracolo si diceva, questo ospedale dove si allevia la sofferenza, intitolato appunto a San Pio da Pietrelcina con i suoi 30 reparti di degenza, sia medici che chirurgici, ben oltre 50 specialità cliniche e ben 900 posti letto: 4300 prestazioni “diagnostiche e terapeutiche. Ogni anno si registrano 57 000 ricoveri e oltre 1,3 milioni di prestazioni ambulatoriali” recita wikipedia online.

Per definire questo libro, che tratta di “wake up”,ovvero risvegliare la presenza a se stessi, il suo autore però non parte oggettivamente dal suo luogo di residenza o da quello del suo lavoro internazionale o della sua azienda familiare in un luogo davvero tanto speciale o il fatto che è insegnante di Yoga Ryt 200hr riconosciuto dalla Yoga Alliance certificato alle Bahamas, ma quella del senso della esperienza di “wake up” a livello spirituale in quanto tale.Pronto a condividere però quanto sperimentato nelle sue scelte di vita ora, in un volume agile che tratta consapevolezza, meditazione ed aspetti della vita davvero in modo sincero e personale ma allo stesso tempo, universale.Una lettura insomma, per liberare in modo spensierato un pò la mente, operazione importante, in particolare in momenti di difficoltà. Il libro, edito da Efdien Publishing, Nel libro, l’autore usa queste parole per introdurre il tema:”adesso fermati e cerca ciò che più conta: chi sei tu? li…[….]arresterai l’avanzare dell’ignoranza e ricorderai come essere incondizionatamente te stesso”. Essere incondizionatamente se stessi. Nei momenti in cui tutto sembra impossibile e difficile da superare, in quello spazio, l’uomo prende atto di se stesso e ponendosi la domanda “chi sei tu?” , ritrova ciò che più conta, appunto. Scoprendo chi è. E lo fa senza cercare una risposta comune o facile, legandolo all’esoterismo o alla new age, ma offrendo spunti di riflessione, lasciando il punto di vista del pre-giudizio.

Quello di Toni Mischitelli è un libro semplice, intimo , come gli aforismi finali sul risveglio, scritto forse con l’unico obiettivo di condividere argomenti vissuti in prima persona sulla evoluzione personale e sulla “coscienza collettiva” senza legarli alla propria storia autobiografica ( se non per spiegarne nella premessa i contenuti), ma offrendoli al vissuto personale di ciascuno legandoli ai propri valori fondamentali e la propria ricerca di doni spirituali.

Come l’autore spiega nel libro “ciò che comunemente spinge l’uomo sulla via della ricerca spirituale è molto spesso una forma di disagio” e da questa constatazione, Mischitelli parla di disagio e lo classifica come mentale, fisico e spirituale e ne approfondisce gli aspetti con il proprio sentire spirituale, arrivando alla definizione di quella “attenzione consapevole”, che è la chiave del libro, descrivendo il “wake up” appunto, dove “affinare” la propria sensibilità porta secondo lui ad una nuova consapevolezza interiore.

Raggiungere o avere un equilibrio non è compito facile, ma il libro di Mischitelli lo descrive non come un dovere ma come un piacere. Anche alla luce del fatto che i tempi cambiano molto velocemente. Ricercare quindi delle nuove chiavi di lettura per avere un equilibrio spirituale migliore in particolare nelle situazione difficili,come descritto nel capitolo ottavo, è utile, se non necessario, proprio per avere nella propria vita reale, una dimensione più nitida “la sofferenza o un’eventuale malattia sono quindi, da un punto di vista puramente spirituale, il mezzo, seppur estremo che la consapevolezza mette in atto solo ed unicamente allo scopo di non perdere ciò che conta per essa, ovvero la propria evoluzione” scrive l’autore.

Concludendo quindi, il libro di Mischitelli tratta della consapevolezza come visione delle cose, di armonia e disarmonia, quasi frattura di un equilibrio vitale, ma che può anche essere solo una tensione.Riconoscere questo “sbilanciamento” è per l’autore prendersi cura di se stessi per guarire chissà, il mondo. In questa resa incondizionata, dice sempre l’autore nel libro:” il più delle volte, l’anello mancante da tale catena virtuosa di intima redenzione è l’accedere alla scelta del perdono per i torti subiti […]”, la forza, perdonare e perdonarsi per i torti subiti come chiave di volta. Prendersi cura del proprio modo di pensare, con mente libera, come fonte di ispirazione per dare sollievo alla sofferenza.

Cristina T. Chiochia