Scontri, gas lacrimogeni che avvelenano l’aria, feriti, barricate, arresti. Teheran è tornata a vivere le giornate drammatiche delle manifestazioni anti-governative del 2009: migliaia di oppositori sono scesi in piazza rispondendo all’appello dei loro leader, che volevano esprimere sostegno alle rivolte in Tunisia ed Egitto. Ma hanno trovato ad attenderli uno schieramento massiccio di forze di sicurezza, che hanno reagito con mano pesante. Lo riferisce l’agenzia semi-ufficiale Fars, addossando la responsabilità degli scontri agli oppositori.

Per tutto il giorno e fino a dopo il tramonto la violenza delle proteste ha investito piazze e strade che le truppe anti-sommossa e i miliziani islamici avevano bloccato. I manifestanti, che gridavano slogan anti-governativi hanno rovesciato e dato alle fiamme automobili e cassonetti dell’immondizia.
Anche due siti Internet di esuli iraniani, Persian2English e Hrana confermano che un dimostrante é stato ucciso da colpi d’arma da fuoco e due sarebbero rimasti feriti, mentre 250 dimostranti sarebbero stati arrestati.
Manifestazioni sono state segnalate dai siti dell’opposizione anche in altre grandi città iraniane, tra le quali Mashhad, Isfahan e Shiraz. Durante gli scontri, nel centro di Teheran sono state interrotte le linee dei telefoni cellulari e i collegamenti Internet sono stati fortemente rallentati.

Ai giornalisti stranieri è stato proibito di coprire direttamente le manifestazioni non autorizzate. Il racconto delle proteste è affidato alle parole di testimoni e alle notizie che riescono a passare malgrado le difficoltà di connettersi a Internet.
I capi dell’opposizione, Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, avevano chiesto al ministero dell’Interno il permesso di organizzare una manifestazione a sostegno dei movimenti di protesta nei paesi arabi. Nonostante il rifiuto delle autorità, negli ultimi giorni su Internet si erano moltiplicati i messaggi di adesione all’iniziativa. Tra i manifestanti vi è il gruppo delle ‘Madri in lutto’, le madri dei giovani uccisi nelle manifestazioni del 2009.

Ieri in mattinata il sito Kaleme aveva diffuso la notizia che anche Mussavi, come giovedì scorso Karrubi, era stato posto in isolamento nella sua abitazione e che le sue linee telefoniche erano state interrotte. Ma nemmeno questo è bastato per impedire ai loro sostenitori di tornare a manifestare.
Il primo segnale della tensione che andava montando si è avuto in mattinata, quando un giovane è salito su una gru sulla centrale Via Beheshti con una banda verde sulla testa e una bandiera verde, mostrando le fotografie di due ragazzi. Secondo alcuni siti, si trattava di due uccisi nelle manifestazioni del 2009. Il ragazzo, che minacciava di gettarsi nel vuoto, è stato convinto a scendere ed è stato arrestato.
Poche ore dopo sono cominciati gli scontri, che si sono protratti a lungo, nel silenzio dell’informazione ufficiale. Proprio ieri era in visita a Teheran il presidente turco Abdullah Gul, che in una conferenza stampa congiunta con il presidente iraniano Ahmadinejad, commentando le rivolte nei paesi arabi, aveva invitato i governi della regione a rispettare e dare risposte alle richieste dei loro popoli.

In serata è intervenuta anche la Segretaria di Stato americana Hillary Clinton, mettendo in guardia le autorità iraniane contro l’uso della violenza nei confronti dei manifestanti, di cui ha detto di sostenere le rivendicazioni. La Clinton ha esortato la Repubblica islamica ad aprire il proprio sistema politico.
I media spagnoli hanno riferito che ieri è stato arrestato il console spagnolo a Teheran, Ignazio Perez Cambra. Non si sa se l’arresto sia legato alle proteste di piazza.