Paladino dell’ambiente, della flora e della fauna, il WWF – che durante il disastro del petrolio nel Golfo del Messico aveva brillato per la sua assenza- fa sentire la propria voce e mette in guardia contro le perforazioni nel Mediterraneo, per i danni che potrebbero causare alla biodiversità marina.
L’appello del WWF si riferisce soprattutto alle perforazioni di due importanti giacimenti di gas nel Mar Mediterraneo. Uno si trova 135 chilometri al largo delle coste di Israele, il più grande giacimento in acque profonde scoperto negli ultimi dieci anni e l’altro a 80 chilometri dalle coste egiziane.

“L’est del Mediterraneo è ricco di fondali marini unici e speciali – si legge nel comunicato di Sergi Tudela, responsabile del settore della pesca del WWF – La nostra associazione condanna con fermezza le trivellazioni sconsiderate nelle riserve di questa ricca biodiversità, in quanto potrebbero causare danni irreparabili.
Questi ecosistemi marini sono fragili e vulnerabili alle interferenze esterne. Si sono evoluti in un ambiente stabile e debole in energia, il che ha portato alla loro eccezionalità.”
“Il WWF chiede ai paesi dell’est del Mediterraneo – si legge ancora nel comunicato – in particolare a Israele, Egitto, Cipro e Libano, così come all’Unione europea di attivarsi affinché vengano applicati i più elevati standard ambientali nell’ambito delle trivellazioni di gas e petrolio nelle acque profonde di questa parte di mare.”

Argomentazioni espresse con toni fermi e decisi che sicuramente fermeranno i giganti delle compagnie petrolifere e del gas, non v’è dubbio.