L’importanza dell’Istituto di Ricerche di Bellinzona non é circoscritta alla sola capitale ma spazia in tutto il Ticino e porta lustro all’intero cantone.
I risultati ottenuti dall’IRB sono numerosi ed hanno ottenuto eco mondiale. Finalmente qualcuno si è mosso e si è posto trasversalmente di fronte alle opposizioni minacciate da Luca Buzzi, che grazie al sostegno popolare a Bellinzona ha spesso ottenuto importanti vittorie.

Buzzi contro tutti, non cade foglia che Buzzi non voglia. Prima di ieri qualcuno lo ha ampiamente sostenuto e sospinto: resta da chiedersi quanto sia stato l’investimento finanziario per ottenere vittorie referendarie che hanno posto in scacco l’intero esecutivo cittadino e sovente anche il Consiglio comunale.

In questo frangente la posta in palio riguarda l’intero cantone ed è altissima. Per Bellinzona lo è ancora di più, in quanto un referendum che blocchi tutto per l’IRB significherebbe un colpo mortale.
Di questo se ne sono resi conto diversi personaggi, che martedì 1. marzo hanno presentato il comitato “Per un polo scientifico a Bellinzona”, co-presieduto dall’ingegnere Fulvio Caccia, da padre Callisto Caldelari, dal giornalista Michele Fazioli e dal dottor Roberto Malacrida.

Chiare le parole espresse dal comitato, come riporta stamane La Regione Ticino: “Oggi ci mobilitiamo affinché domani Bellinzona sia invidiata per il suo campus. Nel quale, fiore all’occhiello dell’eccellenza cui il Ticino ambisce in più ambiti, vogliamo che figuri la sede definitiva dell’Istituto di ricerca in biomedicina con al proprio interno anche i laboratori di Iosi e Neurocentro. E se Luca Buzzi (vedi articolo di Luca Buzzi in democrazia attiva ) paventa battaglie legali e/o referendarie contro la variante di Piano regolatore avallata lunedì notte dal Consiglio comunale e che inserisce l’Irb in un angolo dell’ex campo militare, è alla politica che chiediamo ora di recepire la forte progettualità di questa iniziativa e di attivarsi per convincere i bellinzonesi dell’assoluta necessità di concretizzarla.”

Buzzi contro tutti.
Anche il professor Baranzini in questo frangente si dissocia dalle possibili iniziative di Bellinzona Vivibile, (nel 2008 Baranzini figurava fra i proponenti della lista di questa formazione per le elezioni comunali) dopo che precedentemente aveva sostenuto Buzzi in più frangenti, come ad esempio contro la cementificazione di Pratocarasso, la sostituzione del porfido e la vendita di superfici pubbliche.

Certamente tutto questo non farà desistere Buzzi dal dare battaglia. Una battaglia ampiamente annunciata e questa volta spetterà ai cittadini di Bellinzona dire se desiderano che la Città sia propositiva e che si avvii verso un polo scientifico moderno, oppure se ancora una volta il futuro dovrà trovare casa altrove.

S.C.