Nell’edizione di domenica 13 marzo la redazione de “il Caffè” ha pensato bene di pubblicare con tanto di foto ciò che “laRegione” e “Il Corriere del Ticino” avevano riportato con un certo “stile”, se così si può definire, quanto emerso dagli estratti casellari di alcuni candidati in lista alle prossime elezioni cantonali. Persone, nostri concittadini e concittadine, che hanno già pagato il loro conto con la giustizia ticinese.
Da quanto si è potuto leggere in più casi si tratta di controlli di polizia atti alla verifica di infrazioni alla circolazione. Sono della convinzione che questi tipi di “reati”, comunque molto seri e pericolosi, siano da considerarsi una vera e propria lotteria. Chi non ha mai superato i limiti di velocità? Chi, dopo un aperitivo corposo, ha sempre avuto la coscienza di lasciare l’auto e prendere un taxi? Chi dopo una ricca cena ha chiesto l’intervento dell’amico astemio per ritornare a casa? Ed infine, chi, sapendo di dover guidare, si è limitato al sol bicchiere di vino tanto per fare il brindisi? La risposta l’azzardo con piacere: pochi.
Ecco dunque che l’esercizio fotografico “calcato” dalla redazione de “Il Caffè” va a colpire eccessivamente una parte di quella gente per la quale si dice paladina. Quella gente la cui colpa è di essersi messa a disposizione dell’impegno pubblico-politico con tanto da perdere e poco da guadagnare. Quale sarà stata la reazione di questo o quel cliente nel vedere il proprio consulente o riferimento professionale “bollato” come “recidivo”? Non è dato a sapere, confido però che il buon senso, che non ha dimostrato la redazione de “Il Caffè”, abbia prevalso valutando la persona “adesso”, nel presente.
Il Caffè ha combattuto svogliatamente contro la nomina di una conduttrice italiana assunta dalla RSI, occupazione pubblica finanziata da soldi pubblici, la cui fedina penale era a dir poco discutibile. Il Caffè distrattamente ha ripercorso le vicende di un Senatore PPDino il quale ha avuto dalla sua … tutto.
Stigmatizzo la linea informativa della redazione de “Il Caffè”, che si erge a paladina della gente. Un settimanale gratuito dovrebbe essere più attento, qui ci sono persone che fanno sacrifici per mantenere famiglie, persone che non sono ancora state elette o che, nonostante gli estratti casellari, sono in carica nei rispettivi Comuni. Finita la campagna, in caso di mancata elezione, queste persone saranno confrontate con i costi, il lavoro, la famiglia e.. la pagina sensazionalista de “il Caffè”, che risulterà inutile e gratuitamente cattiva. Questo non è giornalismo, questo è uno squallido tentativo di processare mediaticamente semplici cittadini.
Sarebbe grave se colui il quale possiede l’estratto casellario giudiziale “non vergine” debba ritenersi “bollato” per tutta la vita e considerare pregiudicato qualsiasi impegno pubblico. Significherebbe che in Ticino, in Svizzera, saldare il conto con la giustizia conti nulla e serva a niente. È ciò che “il Caffè” ha voluto sostenere con la sua edizione di domenica 13 marzo 2011.
Edmond Dantés