Il leader libico Muammar Gheddafi è dato per morto. Non perchè si sia visto il suo cadavere ma perchè non si vede in giro da oltre una settimana, da quando un micidiale raid della Nato ha bombardato Bab al Aziziya, la sua roccaforte di Tripoli, uccidendo Seif al Arab, uno dei suoi figli e tre nipotini.


Si ipotizza che nel bombardamento aereo del 30 aprile sia rimasto ucciso o perlomeno ferito e che la notizia non venga fatta trapelare per non demoralizzare le truppe governative, occupate nell’estenuante battaglia contro i ribelli.
Chi ritiene che sia morto spiega che dopo il bombardamento la sua residenza era un ammasso di macerie, in uno stato ben peggiore di quello che si era potuto vedere dalle immagini trasmesse dai telegiornali.
La Nato aveva usato bombe speciali che creano una violenta pressione in orizzontale per limitare al minimo il numero dei superstiti. Facile dunque che il colonnello possa essere stato spazzato via o ridotto in gravi condizioni.

Naturalmente si tratta di voci non confermate. Anche in questo caso, proprio come sta accadendo per la presunta uccisione di Osama Bin Laden, in assenza di un cadavere è difficile sapere la verità, a meno che Gheddafi non riappaia fra qualche giorno e metta tutti a tacere.

A smentire le voci sulla sua morte intervengono diversi testimoni che affermano di averlo visto pregare sulla tomba di Seif al Arab. La visita al “Cimitero dei Martiri” di Tripoli sarebbe stata segreta, perchè per motivi di sicurezza il colonnello non rilascia informazioni sui suoi spostamenti.
Ai funerali del figlio e dei nipoti Muammar Gheddafi non aveva partecipato e la sua assenza non era passata inosservata.