Di fronte alla riforma del lavoro, il premier italiano Mario Monti “fa la Thatcher”, scrive il Wall Street Journal : “Il premier italiano ha una rara opportunità di educare gli italiani sulle riforme economiche. Monti se ne è andato dai negoziati con i sindacati e ha annunciato che procederà alla riforma delle famigerate leggi sul lavoro, con o senza il consenso delle organizzazioni sindacali.
Se a Roma sarà risparmiato il destino recentemente toccato ad Atene, segnatevi questa settimana come il momento della svolta.”


“Le leggi italiane sul lavoro sono fra le più restrittive del mondo occidentale – si legge nell’articolo – Il totem dell’articolo 18 praticamente vieta alle imprese con più di 15 dipendenti di licenziare i lavoratori, indipendentemente dagli indennizzi offerti.
Monti ha proposto di sostituire questo schema del posto fisso a vita con un generoso sistema di indennizzi garantiti quando i lavoratori sono licenziati per motivi economici. In gran parte del mondo libero questa sarebbe considerata una riforma utile ancorché moderata.
La nuova legge non scalfisce il diritto del lavoratore di contestare in tribunale il licenziamento per motivi disciplinari: un regalo non ricambiato fatto ai sindacati, ma affrontare i sindacati italiani richiede coraggio e non solo di natura politica.
Dieci anni fa in questo mese l’economista Marco Biagi fu abbattuto da terroristi di sinistra per i suoi sforzi di progettare un’altra riforma del lavoro. La mossa di Monti ha provocato la chiamata a uno sciopero generale da parte della Cgil, il più grande sindacato italiano.”