Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Lo stato dell’economia americana costituisce la principale minaccia alla rielezione di Barack Obama. Nuovi timori sono apparsi in primavera : il rallentamento nella creazione di nuovi impieghi, l’aumento del prezzo del carburante, la paura per la crisi del debito in Europa.

Malgrado ciò, le prospettive economiche potrebbero rivelarsi, per Obama, migliori di quel che sembrano, scrive il Los Angeles Times : “Lo scorso fine settimana, l’Europa ha dato segnali incoraggianti circa la volontà di adottare misure più vigorose per risolvere i gravi problemi del debito.
Il 22 aprile gli Stati membri della Zona euro si sono impegnati a raddoppiare i fondi a favore del Fondo monetario internazionale, per la concessione di prestiti d’urgenza ai paesi in difficoltà.
Gli alti responsabili finanziari delle grandi potenze mondiali, che a Washington hanno partecipato alle riunioni del Fondo monetario e della Banca mondiale sono d’accordo nel dire che per l’Europa l’orizzonte va rischiarandosi.
Il ministro delle Finanze Timothy Geithner ha anche esortato i dirigenti europei a raddoppiare gli sforzi per uscire dalla crisi.

Dunque, salvo l’insorgere di una crisi maggiore – ad esempio una guerra in Medio Oriente – la campagna elettorale di Obama può svolgersi all’insegna di un prudente ottimismo.
“Obama non potrà contare su una forte crescita economica in Europa e un peggioramento della crisi del debito non può essere esclusa – ha ammesso Jacob Kirkegaard, ricercatore al Peterson Institute for International Economics – ma al momento può tirare un respiro di sollievo, grazie all’aumento dei fondi del Fondo monetario e anche grazie alle misure prese dalla Banca centrale europea per attenuare i mali della Zona euro.”

La crisi del debito europeo costituisce un grande ostacolo al risanamento degli Stati Uniti, destabilizza i mercati finanziari e mina la fiducia degli investitori su scala mondiale. Oggi però la relativa inerzia elettorale del presidente uscente significherebbe che da qui a novembre si esclude un deterioramento della crisi.
“Penso che il campo di Obama si senta abbastanza fiducioso riguardo all’elezione presidenziale – commenta Simon Johnson, professore al Massachusetts Institute of Technology ed ex capo economista al Fondo monetario – Se pensasse che vi è un reale pericolo per l’economia nella Zona euro e di riflesso per l’economia statunitense, il presidente si darebbe da fare più di quel che sta facendo adesso.”