Saïf al Islam Gheddafi, l’ultimo dei Gheddafi a essere ancora in Libia, sta bene e avrà diritto a un processo corretto, che si volgerà prossimamente a Tripoli. Lo ha confermato il primo ministro libico Abdelrahim al Kaib.

“Assicuro alla comunità internazionale che Saïf al Islam è detenuto nel rispetto delle norme in materia di diritti dell’uomo – aveva dichiarato al Kaib il 18 aprile, in occasione di un incontro con Luis Moreno Ocampo, procuratore della Corte penale internazionale.
Ocampo era a Tripoli per la seconda volta dopo il novembre 2011, quando Gheddafi era stato catturato.
La sua nuova visita era incentrata proprio sul processo di Gheddafi. Per verificare la correttezza del dibattimento, la Corte penale chiede che i suoi rappresentanti siano presenti nell’aula del tribunale.

Il figlio dell’ex colonnello libico Muammar Gheddafi è tenuto prigioniero in un luogo segreto nella città di Zenten. Stando a un avvocato della difesa, le sue condizioni di prigionia sarebbero critiche e di recente sarebbe stato pesantemente picchiato dai suoi carcerieri. Dichiarazioni smentite dal ministero libico della giustizia.
La Corte penale internazionale aveva chiesto al governo libico la consegna di Saïf al Islam Gheddafi, per condurlo all’Aja e processarlo per l’accusa di crimini di guerra.
Se venisse processato da questa Corte, la sua pena massima sarebbe una pena detentiva. Invece, nel processo che si svolgerà a Tripoli rischia la pena di morte.