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La questione da cui dipende il futuro dell’euro è la debolezza delle banche, costrette ad appoggiarsi agli Stati in una pericolosa interdipendenza.

Il vero dibattito sulla crisi dell’euro dovrebbe concentrarsi sul settore bancario, si legge nel quotidiano olandese NRC Handelsblad : “Le banche greche e spagnole sono sedute su una montagna di debiti sempre più colossale. Soltanto l’Europa potrà salvarle: il governo greco e quello spagnolo sono troppo deboli. Questo è un problema europeo di gravità enorme.

Solo dopo forti pressioni politiche, nel 2011 le banche europee hanno accettato la cessione del debito dello Stato greco. Ora, prima che arrivi il prossimo ordine di ulteriori cessioni, queste banche si stanno ritirando dalle regioni meridionali della Zona euro.
Gli investitori hanno massicciamente abbandonato Spagna, Italia e Portogallo. Dalla Grecia la fuga di capitali verso le banche estere ha assunto proporzioni enormi, nell’ordine di 4-5 miliardi di euro al mese.
Al contempo, le banche dell’Europa del sud sono sempre più indebitate, perché pressate dai rispettivi governi acquistano i titoli di Stato di cui si sono sbarazzati gli investitori stranieri.
In cambio, la Banca centrale europea concede loro nuovi prestiti a bassi tassi d’interesse. Lo scorso inverno sono stati mille, i miliardi complessivamente dati in prestito dalla BCE alle banche europee, al tasso del 1% su tre anni.
Le banche del sud della Zona euro usano questi crediti per concedere prestiti ai governi che fruttano oltre il 6%. Si tratta di un perverso meccanismo circolare che rende governi e banche interdipendenti e sempre più deboli, in una morsa soffocante.

Cosa accadrebbe se le banche del sud non potessero più rimborsare i prestiti ricevuti dalla BCE? Succederebbe che altri paesi dovranno intervenire e impegnarsi a pagare per salvare l’unione monetaria europea.
Per questo la BCE è esposta a forti pressioni soprattutto da parte della Germania, affinchè la smetta di dare prestiti a interesse basso.
In questo scenario, la fuga di capitali da sud verso nord (come nel caso della Grecia) si rivela più che mai dannosa.”