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Il Pil della Spagna ha perso lo 0.3% nel primo trimestre rispetto all’ultimo trimestre del 2011, quando già era calato del 0.3%, il che conferma l’entrata del paese in recessione, stando alle cifre ufficiali pubblicate giovedì 17 maggio.

La Spagna si trova in una grande difficoltà economica, con un tasso di disoccupazione del 24.44%. In un comunicato, l’istituto di statistica spiega che la richiesta nazionale (il consumo delle economie domestiche e la spesa pubblica) ha un impatto sempre più negativo sulla crescita. Questo mentre il paese è impegnato in una severa cura di austerità di bilancio.
In un contesto di rallentamento economico generale, la domanda esterna (export e turismo) che sin qui permetteva al paese di mantenersi a galla non è più sufficiente.

Dal 2008 la Spagna oscilla tra recessione e una crescita atona, mentre il numero dei disoccupati cresce con regolarità. L’ultimo periodo di recessione era terminato all’inizio del 2010.
Malgrado intenda restare ottimista verso il futuro, il governo spagnolo ha di recente ammesso che quello attuale è un periodo molto difficile per l’economia.
Luis de Guindos, ministro dell’economia, prevede un Pil amputato del 1.7% nel 2012, con i primi due trimestri negativi e promette l’uscita dalla recessione nel 2013, con un aumento del Pil dello 0.2%. La crescita è prevista nel 2014 (+1.4%) e ancora nel 2015 (+1,8%).

I clienti della banca Bankia, che Madrid ha nazionalizzato settimana scorsa, avrebbero ritirato negli ultimi sette giorni circa un miliardo di euro dai loro conti. Lo ha scritto il quotidiano El Mundo, citando informazioni rilasciate mercoledì durante un Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito.