Viviamo in un Paese in cui, nonostante tutto, si sta proprio bene. Forse è un’affermazione un po’ azzardata ma sfido chiunque a trovare un Paese che offra dei servizi migliori della Svizzera.
Chiaramente la qualità ha il suo prezzo. Ultimamente però, se ne sentono di tutti i colori e la cosa che più mi ha fatto arricciare il naso è la questione del “managed care”.
Innanzitutto mi chiedo se non c’era un termine in italiano per proporre questo progetto ai cittadini ticinesi. Siamo in Ticino e ritengo corretto l’utilizzo di termini nella lingua locale che fino a prova contraria è ancora l’italiano.
Detto ciò, riprendo il discorso relativo al progetto che andremo a votare (spero in molti) il prossimo 17 giugno 2012.
Il managed care è un concetto un po’ complesso da descrivere e proprio questa complessità lo rende, a mio avviso, poco interessante. Io stessa mi sono trovata in difficoltà e ho dovuto chiedere ad un medico di spiegarmelo, dopo averne letta e riletta la definizione. Forse il motivo reale è che non potevo e non volevo credere a quanto stavo leggendo..
Mi spiace, non c’è nulla da fare, non riesco a trovare un solo motivo che mi spinga a favore di questo progetto.
NO perché un progetto di questo tipo avrà bisogno di essere gestito a livello amministrativo: da chi e con quali soldi?
NO perché gli unici che ne trarranno beneficio, saranno gli assicuratori
NO perché noi assicurati paganti vogliamo essere liberi di scegliere il nostro medico curante.
NO perché se accettiamo la rete sanitaria che ci viene proposta pagheremo meno ma con degli obblighi verso le casse malati.
NO perché se non saremo soddisfatti, dovremo attendere minimo un anno per disdire il contratto con la cassa malati ed uscire così dalla rete sanitaria.
Credo che ci siano problemi del sistema sanitario che meritano più attenzione.
Non è modificando la legge federale sull’assicurazione malattie che si sistemano le cose, bensì cercando di capire quali sono i motivi che portano la gente ad andare sempre più spesso dal medico o dallo specialista (lavoro, disoccupazione, depressione,…).
Troppa gente ne approfitta ingiustamente e a pagarne le conseguenze, come sempre, è chi ne ha realmente bisogno.
A mio modo di vedere, più che un problema sanitario, questo è un problema sociale che va approfondito prima che peggiori.
Mara Grisoni
Consigliera comunale per I Verdi, Vacallo