La cognizione del rischio nella Pianura padana è diventata più consistente dagli anni ’40, quando iniziarono le indagini per cercare i giacimenti di gas e petrolio.
Furono ricerche importanti di cui si conosce però solo una parte dei risultati, perché molte sono rimaste segrete e chiuse nei cassetti dell’Eni
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A dirlo è Franco Mele, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

A complemento delle sue parole, qui di seguito un’altra spiegazione – da un’altra fonte – di quanto sta avvenendo nel Nord Italia.
Argomentazioni che in questi giorni stanno girando nel web con sempre maggiore insistenza e che vengono bollate da moltissime persone come “fantasiose”.

Quali sono – ci si chiede – le molto probabili cause o concause dello sciame sismico avvenuto in Emilia Romagna? Quali sono le notizie concrete che giornali e tv tacciono, parlando di tutto e del contrario di tutto senza toccare la vera questione?
Anzi, se qualche geologo inavvertitamente si indirizza sul discorso, ecco che con molto garbo subito gli viene tolta la parola.
Si chiama fracking, fatturazione idraulica. Perforazioni idrauliche con l’iniezione di fluidi ad alta pressione, che una volta arrivate in profondità piegano e corrono parallelamente al terreno.
Centinaia di perforazioni per verificare la presenza di gas, per poi procedere alla sua estrazione. Il governo italiano ha affidato a una società statunitense, con sede a Dallas, la concessione di questa tecnica di perforazione del suolo ed estrazione del gas, peraltro vietata in molti paesi europei proprio per i suoi effetti collaterali.
La Pianura padana è un territorio densamente popolato. E’ molto pericoloso perforare per estrarre giacimenti di gas formati nel corso di millenni e che fungono come una sorta di cuscinetto d’appoggio del suolo. Significa togliere l’appoggio, far collassare il terreno e farlo sprofondare. Come è successo in diversi paesi dell’Emilia colpiti dal primo terremoto, quello del 20 maggio.

La tecnica è sempre la stessa : convogliare l’attenzione sul dramma degli sfollati, della vita nelle tendopoli, intervistare geologi che non diranno come stanno davvero le cose, parlare d’altro, delle scommesse nel campionato di calcio e della crisi economica per distratte le persone e tenerle lontane dai veri motivi delle continue scosse sismiche.
In Italia, per confermare la veridicità dell’argomento sono intervenuti alcuni esperti, come il professor Franco Ortolini, ordinario di Geologia e direttore del Dipartimento di Scienze del Territorio dell’Università di Napoli e Maria Rita D’Orsogna, docente di fisica alla State University Northridge in California.
Il fracking è stato al centro dell’interrogazione presentata il 5 giugno alla Camera dal deputato italiano Alessandro Bratti, primo firmatario di un documento che chiede di sospendere prospezione e ricerca prima di rilasciare qualunque autorizzazione per stoccaggi di gas nel sottosuolo. Questo perchè si rende più che mai necessario studiare le modifiche strutturali avvenute a seguito del sisma dell’Emilia.