Il caos nella politica d’asilo è sotto gli occhi di tutti: procedure che durano in media 1400 giorni, esplosione del numero di domande soprattutto dopo la “Primavera araba”, costi che aumentano di anno in anno e tasso di criminalità alle stelle.

Il gruppo UDC alle Camere ha deciso di sostenere tutte le proposte di modifica della legge sull’asilo volte a porre un freno agli abusi e alla criminalità e a rendere meno attrattivo il nostro paese per i migranti economici. Tutte queste proposte verranno discusse in Consiglio nazionale mercoledì e giovedì, quando toccherà anche ai partiti di centro dimostrare con i fatti che intendono risolvere i gravi problemi in questo settore. Le decisioni prese in sede di commissione fanno ben sperare, perlomeno per una parte delle proposte.

Senz’altro importante è una netta accelerazione delle procedure di trattamento delle domande e dei rinvii nel Paese d’origine di coloro che vengono respinti. Altrettanto fondamentale, però, è prevedere delle misure coercitive per chi non rispetta le regole e si gioca malamente le proprie possibilità di essere accolto in Svizzera. Richiedenti l’asilo che spacciano droga, commettono rapine o altri reati gravi vanno privati della loro libertà e internati in appositi centri in attesa dell’espulsione, senza che abbiano la possibilità di entrare ed uscire a proprio piacimento. Non si capisce perché ciò desti particolare scalpore, quando qualsiasi altro criminale, svizzero o straniero che sia, viene naturalmente privato della propria libertà! Inoltre, tali centri d’internamento sono già una realtà in altri paesi europei quali la Grecia o l’Olanda. Istituire un semplice perimetro attorno alle strutture entro cui i richiedenti l’asilo problematici possono muoversi è una misura insufficiente.

La difficile situazione attuale è sotto gli occhi di tutti e non può essere negata. La speranza è che il Consiglio nazionale prenda le sue decisioni senza trincerarsi dietro posizioni ideologiche, bensì operando nel pieno interesse di ogni cittadino e della sua sicurezza.

In parallelo, va seguita attentamente la nuova strategia adottata dal Dipartimento federale degli affari esteri diretto dal consigliere federale Didier Burkhalter, la quale prevede di stipulare nuovi accordi bilaterali con i singoli paesi per regolare direttamente il problema dei rimpatri dei richiedenti l’asilo respinti. Questa strategia, se applicata correttamente, può portare buoni frutti accelerando le procedure di rimpatrio.

Con l’applicazione combinata di tali misure non otterremo la soluzione dei problemi che si ripropongono nelle nostre città, ma è a mio avviso un passo nella giusta direzione che dovrebbe ridurre l’attrattività della Svizzera per chi cerca una soluzione ai problemi che l’immigrazione ci crea.

Pierre Rusconi
Consigliere nazionale UDC TI


Pubblicato dal Corriere del Ticino il 12.VI.12