Giovanni Battista, personaggio tra i più importanti dei Vangeli, venerato da tutte le chiese cristiane e considerato un grande profeta anche dall’Islam, è al centro di un mistero archeologico.

Il predicatore, originario delle montagne della Giudea, morì nel 35 d.C., decapitato per ordine del sovrano Erode Antipa.
Nel sottosuolo di un’antica chiesa dell’isola bulgara di Sveti Ivan, un team di studiosi britannici ha rinvenuto resti ossei risalenti al 1. secolo d.C. che, si pensa, potrebbero essere quelli di Giovanni Battista.
Le analisi e le datazioni al Carbonio 14 eseguite sulla falange di una mano, di un dente e sulla parte anteriore di un cranio hanno rivelato, oltre all’elemento temporale, che i resti appartengono alla stessa persona.
A far pensare proprio al Battista è stata una cassetta rinvenuta vicino al sarcofago, su cui iscrizioni in greco antico fanno riferimento alla sua persona e al 24 giugno, giorno in cui i cristiani celebrano il santo.
Ovviamente non si tratta di prove conclusive, ma per gli studiosi gli elementi scientifici raccolti non smentiscono questa teoria.

Nel mondo vi sono altri luoghi dove si troverebbero le pretese reliquie di San Giovanni Battista.
La testa del santo si troverebbe sia nella moschea degli Omayyadi di Damasco in Siria e sia nella chiesa di San Silvestro in Capite a Roma.
Invece un monastero serbo-ortodosso in Montenegro conserverebbe la sua mano destra, quella con cui Giovanni Battista avrebbe battezzato Gesù e gli altri cristiani nel fiume Giordano.

(Fonte : Corriere della Sera)

Decollazione di San Giovanni Battista, Caravaggio (1608)