L’anno appena iniziato si prospetta interessante e impegnativo per la cittadinanza di Lugano. Infatti, nel prossimo aprile 2013 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo degli organi politici cittadini. Si presenta quindi per tutti quanti, l’occasione di poter partecipare ed esprimere il nostro impagabile diritto democratico de facto, cercando di contribuire in prima persona nel complesso teatro della vita quotidiana. Ma, siccome la sfera pubblica vive tempi oscuri per cause imputabili alla “carenza di credibilità” in senso lato, è sempre più frequente vedere il cittadino allontanarsi dall’esercizio del più fondamentale diritto di libertà.

Si sa che riuscire “tecnicamente” a correggere la variante del nascondersi dietro un dito, pratica corrente e diffusa, anche se sconveniente, non è di certo compito facile. Si percepisce pure, dietro il rifiuto di manifestare la propria opinione, nascondendosi dietro lo schermo del “non voto”, un’enfatizzazione negatoria e catastrofista di posizioni che esulano da valori convincenti e condivisi su cui si fonda il bene comune.

Se poi, a questo complesso e scomodo modo di vivere la propria appartenenza alla società civile – ed è qui che mi ribello e m’indigno – aggiungiamo l’increscioso nuovo trend mediatico che deve categoricamente trovare un duello, stile primarie americane, o, peggio, copiare il peggio della nostra vicina penisola – abito questo che, malauguratamente, si sta facendo largo anche da noi (speriamo non a lungo) -, ebbene siamo messi male, molto male. Senza entrare nei dettagli, a me risulta perlomeno imbarazzante, vedere come l’unico, fin qui, argomento d’interesse quasi pretenzioso che ha accompagnato la fine dell’anno politico a Lugano e che, purtroppo, pare sarà il leitmotiv anche del 2013, ristagni unicamente e sgraziatamente sulla cruciale figura del Sindaco. Che è carica ambita, ma non la sola.

Non me ne voglia chi è chiamato in causa: non è a lui che va questo mio pensiero. Tutt’altro! Si pensa forse che i Municipali che lasciano e soprattutto quelli che si ricandidano, non valgano un bel nulla, e si debbano sentire talmente sprovveduti da non poter più spiccicar parola invece di avere, pure loro, degne e legittime ambizioni? Che magari siano del tutto in grado di primeggiare e non solo messi lì per fare da comparsa?

Sembra che manchi, lasciatemi dire, il giusto rispetto nei confronti di chi ha lavorato finora. Mi si dirà che siamo agli inizi, ed è vero, ma rispondo anche che, chi bene incomincia è a metà dell’opera. Parole ne scorreranno a fiumi. Il cantone Ticino ha la più elevata concentrazione mediatica – almeno di giornali – al mondo e sarebbe opportuno che non ambissero a voler colorire artificialmente lo scenario politico, inventando dispute e contrapposizioni improbabili, indubbiamente efficaci dal punto di vista degli interessi mediatici, un po’ meno da quella del reale bisogno d’informazione dei cittadini.

Le parole passeranno e Lugano resterà, ne sono fermamente convinta, la deliziosa città, intelligente e orgogliosa, poco segnata dall’“ipocritamente corretto”, ricca d’idee e di progetti innovativi, a volte anche contro corrente. E infine generosa. E tanto. Nelle sue scelte pubbliche e in quelle, private, dei suoi cittadini. Resta però il timore che parecchi si allontanino sempre di più e in modo consistente dalla politica e dalla sfera pubblica e che, negandosi l’esercizio dei propri diritti, lo neghino alla propria libertà e al proprio futuro.

E’ un timore plausibile. La grande Hannah Arendt dice e non sbaglia che sempre più “l’uomo tende ad isolarsi e ad essere se stesso solo nella sfera privata e negli incontri privati”, e non da ultimo, aggiungo io, anche in quelli virtuali sui social network. Facciamo in modo che perlomeno si ritorni alla giusta rappresentazione della nostra realtà, lasciando i palcoscenici agli amanti del teatro.

Mi auguro quindi che lo stato dell’informazione pubblica, che nei prossimi mesi assumerà una valenza molto più significativa del consueto nell’offrire elementi di valutazione al giudizio dei cittadini, abbia a migliorare per strada, calibrando le notizie sulla realtà dei fatti e non sui bisogni (in altra sede comprensibili) di drammatizzazioni o di commedizzazioni pro domo sua.

Cherubina Ravasi
Sindaco di Cimadera

candidata PLR al Municipio di Lugano