Il presidente del Venezuela Hugo Chavez è morto martedì 5 marzo all’età di 58 anni, vittima di un tumore contro il quale lottava dal 2011.
Il leader socialista, figura simbolo dell’antiamericanismo, lascia un bilancio contrastato, “cambiamenti effimeri” dicono gli universitari.

Ricoverato a Cuba, il presidente venezuelano era rientrato in patria due settimane fa, all’aggravarsi della malattia.
Chavez si è imposto come una delle più grandi figure politiche del sud America, combinando un temperamento estroverso, un’accanita opposizione agli Stati Uniti, un idealismo rivoluzionario ereditato dagli anni 1960 e un’autorità che mal sopportava le contraddizioni.
Cosa resterà dei 14 anni che ha passato al potere?

Renée Fragosi, professoressa all’università francese Paris III e membro dell’Istituto degli alti studi sull’America latina, ritiene che Hugo Chavez abbia marcato il suo tempo ma non lascerà un’eredità di veri e durevoli cambiamenti.
“Secondo me – spiega – i cambiamenti portati da Chavez sono effimeri. Lui sarà stato un periodo nella vita del Venezuela, giunto dopo un’epoca di Stato democratico a seguito di una grave crisi.
Hugo Chavez ha portato fervore nel paese, ha attuato cambiamenti che però non sono radicati né in un consenso né in istituzioni solide.”

“Per il popolo venezuelano la morte di Chavez significherà un grande vuoto – commenta François-Xavier Freland, giornalista e autore del libro “Chi vuole la pelle di Hugo Chavez” – Non era amato da tutti, ma aveva operato per aiutare i poveri, anche se oggi in Venezuela il divario tra ricchi e poveri è sempre molto grande.
E’ la manna del petrolio che ha permesso a Chavez di portare cure mediche nelle bidonville e sanità gratuita, alloggi sociali, … Il problema è che i risultati non sempre si sono concretizzati. Il Venezuela è un paese dove ancora esistono enormi disparità sociali, malgrado 14 anni di socialismo.”

(Fonte : RMC.fr)