Povero M13. Nella tua vita sei stato umiliato. Nonostante i tuoi 130 kg di muscoli ed artigli capaci di sventrare un cavallo, nonostante la tua personalità temeraria senza paura per l’uomo, sei stato ridotto ad un simpatico pupazzetto, Emmino, orsetto, una sorta di Yoghi che ruba il cestino delle merende ai turisti. Non sei stato preso con la serietà che la tua natura selvaggia meritava, non sei stato subito allontanato dai nostri boschi ed affidato a chi di orsi se ne intende davvero, sei stato salutato con infantile benevolenza, umanizzato, lasciato scorrazzare per paura dell’opinione pubblica, hai imparato che nelle case c’è il cibo facile e che l’uomo non si difende fino alla tua morte, epilogo prevedibile, inevitabile e doveroso per l’ incolumità della popolazione di Poschiavo. Adesso, post mortem, si elevano voci di vibrante indignazione per la tua uccisione, si organizzano cortei di protesta, ci si stracciano le vesti per il misfatto ma, quando eri in vita ed ancora recuperabile, dove erano tutti questi esperti della gestione orsi? Perché non sono intervenuti con saggi consigli ma si sono limitati ad osservarti come un peluche? Piango la tua morte, dovuta alla scemenza di troppi.
Alessandra Noseda