Premetto che non apprezzo il moralismo bigotto di cui alcuni magistrati nostrani, in carica o meno, hanno fatto troppo spesso sfoggio. Al magistrato compete di applicare la legge, non di giudicarla. Ammetto peraltro che da quando ha dismesso la toga pubblica l’avvocato Bernasconi ha tutto il diritto di esternare il suo pensiero politico nei modi che più gli aggradano. Vedremo poi i consensi che riscuoterà.

Quando ho sentito del decesso del Nano ho subito pensato all’inevitabile scomparsa di BelTicino, movimento sorto contro una persona più che contro un altro movimento. Colla scomparsa del Nano ha perso infatti la ragione prima ed unica della sua esistenza. D’altro canto il decesso ha messo molto pepe nella prossima elezione luganese ed ha fatto esplodere la partita. Con queste considerazioni bene in mente bisogna forse leggere le recenti esternazioni di alcuni dei suoi esponenti.

Dove risiedesse il Nano (fuori città) era il segreto di Pulcinella. Chiaramente, finché era in vita, era da questo lato inattaccabile perché avrebbe potuto in quattro e quattr’otto spostarlo rendendo caduca la denuncia. Ma ora la situazione è radicalmente cambiata visto che la libertà di domicilio è un diritto personale e nessuno può operare in vece del defunto.

La partita elettorale è quindi esplosa. La lega ha la via del successo spianata se i suoi esponenti si presentano compatti e non fanno scivoloni; in gergo si dice che ha messo il turbo. Chiaramente conta di lasciare Giuliano Bignasca in lista in modo da creare un jolly elettorale e si è ben guardata dal nominare un successore in municipio per non ipotecarlo. In questo modo i voti del Nano probabilmente conquisteranno un seggio che andrà naturalmente al primo subentrante della Lega, chiunque egli sia.

Altrettanto chiaramente gli altri partiti che difendono i loro seggi sono profondamente preoccupati della situazione che si è venuta a creare. La strategia impone che si faccia qualcosa, ma cosa? Attaccare in questo momento il defunto ed il suo operato è molto poco elegante e praticamente un suicidio politico (eventualità che i politici stessi cercano freneticamente di evitare). Ci vuole un gambitto. Ma chi fa l’ariete? Ovviamente qualcuno che non ha più nulla da perdere (o non ne ha mai avuto).

In questa ottica diventa molto più comprensibile il sacrificio (perché di questo si tratta, immolazione sulla pubblica piazza) di Roic e Bernasconi. Il primo si cura che il Nano non diventi un eroe, il secondo che non diventi un jolly elettorale.

Per il resto l’attacco sferrato sul domicilio è coerente e giuridicamente inoppugnabile; ed un ricorso potrebbe essere inoltrato da qualsiasi elettore. Forse sarà classato dalle istanze cantonali, ma se si dovesse arrivare al Tribunale Federale, anche a votazione avvenuta, è molto probabile che visto il peso della questione sull’esito dello scrutinio il TF farebbe la cosa più semplice e risolutiva ordinando nuove votazioni con nuove schede. Gli avversari della Lega le hanno inferto un valido colpo sollevando l’argomento, per giunta in tempo utile visto che la stampa delle schede elettorali è attualmente bloccata. Questo fatto non passerebbe certo inosservato in un eventuale ricorso al TF, mostrando ai giudici la coda di paglia della Lega. Presentarsi davanti ad un giudice con una coda di paglia (del genere! Potevi agire ma non l’hai fatto per calcolo elettorale) instilla il lui la forse non fallace sensazione che lo si stia prendendo in giro, cosa che in genere Vostro Onore non gradisce.

La situazione rischia di diventare quindi insostenibile per la Lega che farebbe meglio a stralciare il Nano e contentarsi dei voti di lista per solidarietà.

E le teste di saracino sopra citate? Bruciate. Un gambitto è appunto il sacrificio di un pezzo per cacciare prede più grosse.

malatempora