I ripetuti passi falsi commessi dagli imputati hanno permesso ai carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio di identificarli quali responsabili della morte dei coniugi Gianpiero e Gabriella Ferrari, uccisi il 21 novembre 2010 nella moro abitazione a Brusio.

Mercoledì mattina nel corso dell’udienza del processo in Corte d’Assise, il maresciallo dei carabinieri Alberto Schiavone ha spiegato proprio come sono arrivati a identificare il 42enne Ezio Gatti e il moldavo Ruslan Cojocaru, accusati rispettivamente di essere il mandante e l’esecutore del duplice omicidio.

“Analizzando i tabulati dei telefoni aziendali e personali dei coniugi Ferrari – ha spiegato Alberto Schiavone – abbiamo trovato un numero di cellulare che aveva contattato marito e moglie nei giorni prima del delitto e che il giorno dell’omicidio si trovava nella zona della loro abitazione.
Abbiamo scoperto che la relativa sim, così come altre due, erano state attivate a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, intestate a una persona inesistente e usando una patente falsa.”

Gli inquirenti hanno scoperto che le schede sim erano state utilizzate solo per chiamate tra Gatti e Cojocaru e per telefonate fatte ai coniugi Ferrari nei giorni antecedenti il delitto. Le schede erano poi state disattivate il giorno dell’omicidio.
I carabinieri erano giunti al punto di svolta quando Cojocaru aveva commesso il più grave passo falso : erano riusciti a risalire dalla sim al cellulare utilizzato con quella scheda attraverso il numero identificativo “Imei”. Quando il moldavo ha inserito in quello stesso cellulare la sim a lui intestata gli inquirenti hanno potuto identificarlo.
“Con quel cellulare – ha confermato Schiavone – sono stati chiamati tre numeri, uno usato dai genitori di Cojocaru, uno dalla moglie e l’ultimo intestato a un suo amico e connazionale.”

Ezio Gatti invece è stato scoperto attraverso una stampante : “Abbiamo capito che era coinvolta almeno un’altra persona – ha spiegato Schiavone – perché le schede sim erano state agganciate in vari momenti in località diverse.
I colleghi svizzeri hanno trovato sulla scena del crimine dei contratti di compravendita in bianco, uno dei quali strappato e insanguinato. Analizzando tipo di inchiostro e stampata si è risaliti a marca, modello e anche numero di serie della stampante, venduta a Giorgio Colli.
Attraverso le intercettazioni abbiamo scoperto prima che Colli, conoscente di Gatti, aveva rapporti di affari con un nipote dei Ferrari, una compravendita di terreni nello specifico, poi siamo risaliti a un contenzioso tra l’imputato valtellinese e i coniugi in Svizzera.”

A confermare i sospetti degli investigatori sono giunti ulteriori indizi : la presenza di Ezio Gatti a Castelmaggiore nel giorno dell’attivazione delle schede sim e a Rimini insieme a Cojocaru in alcune occasioni.
Su queste tracce lasciate da schede sim e telefoni cellulari, da cui sono stati ricostruiti gli spostamenti degli imputati e i loro contatti, si è basata la testimonianza di Schiavone.
Il maresciallo verrà contro interrogato dai legali della difesa, l’avvocato Carlo Taormina per Ezio Gatti e l’avvocato Rossella Sclavi per Ruslan Cojocaru, nella prossima udienza, fissata per mercoledì 3 aprile.

(Fonte : Il Giorno.it)