Un modesto contributo svizzero all’implacabile lotta della comunità europea contro  l’evasione fiscale. Dopo anni di indagini, scovata una maxibanda (2’500 membri) finalizzata all’elusione fiscale con il pretesto della lotta all’evasione.

Di furbacchioni e di furbetti in circolazione ce n’è a iosa. Ma non capita tutti i giorni di imbattersi in furbacchioni e furbetti simpatici: di solito sono francamente antipatici. Hans Kaufmann, consigliere nazionale UDC-SVP, riconosciuto specialista del partito per i problemi fiscali e finanziarii, su “Schweizerzeit” dello scorso novembre fa sapere di aver scovato  un folto gruppo di furbastri, tanto folto da aver raggiunto, anche per consistenza intellettuale, meritata fama mondiale. Fossero stati furbacchioni antipatici, avrei parlato di una masnada, ma invece sono proprio simpatici, e allora parlo dell’OCSE, proprio quell’organizzazione cui Kaufmann ha fatto le pulci, con particolare riguardo al  suo segretario generale Josè Angel Gurrìa Treviño, classe 1950, che era prima stato ministro delle finanze del Messico. Guarda caso, il solerte e integerrimo segretario Gurrìa è proprio quell’inflessibile censore che il 5 marzo 2009 aveva motu proprio collocato il nostro paese sulla lista nera dei paesi colpevoli di pratiche fiscali scorrette e sleali.

Ricercando nel volume di 433 pagine che regola salari e rimborso spese dei 2’500 funzionari della potente organizzazione (la Svizzera è uno dei 20 paesi fondatori, se sono bene informato avrebbe anche un diritto di veto sulle decisioni che si prendono a Parigi, sede amministrativa, ma non ne fa mai uso) e esaminando il bilancio 2011 Kaufmann ha scoperto cose sorprendenti, che faranno capire a te, amico lettore, perché dò a questo articolo il titolo che gli ho dato. Salari complessivi per 268 mio di euro, contributi a cassa pensione e per prestazioni speciali dopo il pensionamento di 175 mio, sempre di euro. Il salario medio dei funzionari OCSE è dunque di 177’000 euro, al cambio attuale 219’480 franchi!

I sette funzionari meglio stipendiati, tra di loro naturalmente anche Gurrìa, nel 2011 hanno intascato 3,2 mio, un aumento del 47% per rapporto al 2010, il che fa una media di 458’000 cocuzze europee a testa, in franchetti elvetici, sempre al cambio attuale, 567’920, con in più i rimborsi spese di viaggio, non comprese nel salario. Anche se esenti da qualsiasi imposta, appena di che vivacchiare, in una città cara come Parigi! OCSE è, come la moda attuale impone, un acronimo per “Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo dell’Economia”. E che cooperanti e sviluppatori sarebbero, i Gurrìa and Co., se prima non avessero dato il buon esempio cooperando allo sviluppo della propria economia privata e individuale? Quando già avevo scritto questo articolo ho avuto l’occasione di dover subire, ad “Agorà” di Rai 3 del 27 giugno, una lunghissima intervista ad un tale Sergio Arzeni, cittadino italiano, direttore del centro per l’imprenditorialità dell’OCSE, uno dei 7 funzionari meglio pagati di cui ho appena detto. Un supplizio, starlo ad ascoltare: conoscenze linguistiche (italiane!) traballanti, indice di carenze scolastiche risalenti all’infanzia, pensiero incerto, un condensato di banalità sbalorditivo, ma pur sempre in grado, almeno in parte, di farci capire come mai l’imprenditorialità europea fatichi tanto a ripartire.

In Francia Hollande ha aumentato al 45% la tassazione a partire da 150’000 euro di reddito annuo. Si potrebbe dedurne che l’OCSE, che come ho detto ha sede a Parigi, contribuisce al bilancio statale  francese con quasi 200 mio, anche tenendo conto del fatto che ci siano salari inferiori al 150’000 e quindi meno tassati. Ma sarebbe una deduzione fallace, altamente erronea, l’OCSE e i suoi funzionari sono esenti da ogni tassazione, esattamente come tutti i funzionari delle organizzazioni internazionali a Ginevra. Gurrìa dà il buon esempio ai paesi della lista nera, pagando un bel niente. Lo giustifica, per sé e per i suoi funzionari, con il fatto che l’esenzione è frutto di un accordo tra OCSE e stato francese. Critica però ferocemente la tassazione forfettaria svizzera di ricchi residenti senza attività economica, che si basa non solo su accordi, ma addirittura su leggi. Idem per quel che concerne la tassazione di holding. Chiede con apodittica insistenza lo scambio automatico delle informazioni fiscali, ma grazie a lui i funzionari OCSE hanno ottenuto dagli USA l’esenzione fiscale per ogni loro attività in quel paese. Del resto, anche i funzionari di Bruxelles non si stancano di denunciare l’”oasi fiscale” elvetica. Ma esigono l’esenzione fiscale per i propri pensionati che hanno scelto la Svizzera come residenza per la loro quiescenza!!! In apparenza apostoli della moralità fiscale, nella realtà  furbacchioni, furbetti e furbastri, costosissimi sfruttatori dei poveri contribuenti che siamo noi.

Giuseppe Prezzolini, morto ultracentenario a Lugano pochi anni fa, ha scritto nel 1921 quanto segue: “L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono”. Sbagliava a limitarsi all’Italia: così va tutto il mondo!

Gianfranco Soldati