Caro Francesco,

ti scrivo dal mare incantato di Rovigno (Istria). Sono finalmente connesso internet indipendente, anche se il computer resta per me un oggetto misterioso. In questi giorni ho grande ispirazione e produco moltissimo.

Mi ha impressionato vedere l’elicottero sul quale ho volato centinaia di volte, diretto al mio monte di Littuno, ridotto a rottame con 4 persone a bordo. Da quel che ho letto, incomprensibile il comportamento del pilota, probabilmente scioccato dal primo errore, quello di aver toccato la roccia con il rotore.

Sapevo da tempo che sei persona coltissima [poiché non tocco i pezzi, se non in casi estremi, lascio incolumi e intatte queste lodi scandalose; fdm], me lo confermi con le domande che hai posto a Roic, che non gode delle mie simpatie per quel che scrive e meno ancora per la ridicola consuetudine di autoproclamarsi scrittore [Red.: ho lasciato anche questa frase tale e quale, anche se può suonare dura e quasi offensiva. Roic si definisce “scrittore” perché ha effettivamente scritto delle opere] . Ma forse la mia è solo invidia di uno scribacchino di articoli ironici, sarcastici e/o polemici. Anche se ti supero ampiamente in fatto di ignoranza (mi consolo parzialmente considerando che la tua professione facilita l’acquisizione di coltura ben più di quella di un “tonsillero” di periferia) e dovrei quindi stare zitto, accetto di correre il rischio di passare per presuntuoso e ti do un mio non richiesto parere.

Ho apprezzato “Gente di Dublino”, anche se ambientato in un mondo che ti mette i brividi alla schiena. Joyce, se ben ricordo, ha insegnato inglese per un anno a Trieste, poi per 3 o 4 a Pola, vicino quindi al mio amato Rovigno. E`morto a Zurigo nel 1941 o 42. Tutti elementi che potevano suscitare un mio particolare interesse. Ma “Ulisse” è opera di un pazzo, assolutamente illeggibile. In 3 tentativi di lettura, l’ultimo fatto con la decisione di arrivare in fondo, non sono riuscito a passare le 120 pagine. Nessuno, ma proprio nessuno ha il diritto di infliggere una simile tortura ai suoi lettori. Sia tu che Roic lasciate intendere che la parte finale del libro presenta qualche interesse e ne deduco che lo avete letto tutto. Ma personalmente (anche con la riserva che purtroppo non conosco l’inglese e quindi il mio scarso Joyce è uno scrittore tradotto in italiano e francese) rimango convinto che almeno il 98% delle (poche) persone che si dichiarano ammiratori dell’”Ulisse” non lo hanno letto e lo affermano solo per farsi belli nella schiera degli intellettuali di alto livello, riserva appunto e monopolio di chi ha letto “Ulisse”.

Anche di Dostojevski ho una cattiva opinione. Convinto dalla signora Montù che lo considera un grande a riprenderne la lettura abbandonata da anni, l’ho fatto con “I fratelli Karamazov”, leggibili, ma noiosi da morire con le loro elucubrazioni psico-religiose. Tolstoj è il grande grandissimo della mia gioventù, “Guerra e pace” il suo capolavoro letto 3 volte (mio record di rilettura il “Gattopardo”, 5 volte, solo i capolavori guadagnano ad ogni rilettura).

La richiesta di indicare i 3 massimi scrittori del Novecento europeo è imbarazzante, poiché presuppone la conoscenza approfondita di tutti gli scrittori di livello, islandesi, ungheresi e albanesi compresi. Proust è sicuramente un grande, Nabokov un mostro di intelligenza che in parte delle sue opere si diverte a spese dei suoi lettori, Conrad non lo conosco. Gide e Kafka li conosco, buoni ma non massimi, Gadda è con Italo Svevo una mia (grave?) lacuna. Ma un Thomas Mann o un Robert Musil possono essere lasciati fuori dal trio dei grandi? Fine del mio presuntuoso apporto.

Dalla splendida Rovigno ti ricorda e ti saluta,   Gianfranco Soldati