Mercoledì scade l’ultimatum dell’opposizione al presidente egiziano Mohamed Morsi, affinchè rassegni le dimissioni. Piazza Tahrir al Cairo è nuovamente l’epicentro di una contestazione di massa.

L’opposizione egiziana deve trovare un accordo con Morsi, scrive il quotidiano belga De Standaard : “Una partenza brutale e anticipata di Morsi, che sia volontaria o causata da un intervento militare, sarebbe estremamente nefasta per l’Egitto.
Una simile vittoria dell’opposizione avrebbe un costo elevato che l’Egitto non può assolutamente permettersi.
… Cacciare gli islamisti dalla politica o privarli della loro vittoria elettorale, due anni dopo che sono arrivati al potere, può essere pericoloso e contro-producente.
Vi sono forti probabilità che elementi radicali in seno ai Fratelli musulmani e ai gruppi salafisti vi vedano la prova che a nulla serve rispettare le regole democratiche.
Certi potrebbero fare dissidenza e ricorrere alla violenza. … Sarebbe preferibile che i manifestanti accettassero promesse concrete da parte del presidente, piuttosto che esigere le sue dimissioni immediate. Per l’Egitto è meglio arrangiarsi con dei perdenti modesti piuttosto che vivere con esclusi pieni di rancore.”