Il presidente Mohamed Morsi, destituito mercoledî dai militari, è stato trasferito all’alba di giovedì al ministero della Difesa, dove viene trattenuto in isolamento, secondo un portavoce dell’esercito.
Il suo entourage si trova sotto sorveglianza in un edificio della guardia repubblicana.
Secondo il quotidiano Al-Ahram, al Cairo diverse centinaia di mandati d’arresto sono stati spiccati contro membri dei Fratelli musulmani, il movimento a cui appartiene il presidente destituito.
Sono anche stati interpellati diversi responsabili politici dell’organizzazione, fra cui Saad El-Katatni, capo del Partito libertà e giustizia.
Le autorità militari hanno anche fatto chiudere tre canali televisivi favorevoli a Mohamed Morsi, fra cui Egypt25, il canale ufficiale dei Fratelli musulmani.
Secondo l’agenzia di stampa Mena, i direttori di Egypt25 sno stati arrestati poco dopo l’annuncio della destituzione. Le forze di sicurezza hanno anche fatto irruzione nella sede del Cairo di Al Jazeera e cinque giornalisti sono stati portati via. Quattro di loro sono poi stati liberati.
Dopo aver sospeso la Costituzione, l’esercito ha nominato alla guida del paese il presidente del Consiglio costituzionale Adly Mansour. La transizione si annuncia delicata. La comunità internazionale non nasconde la sua inquietudine.
Secondo i vertici dell’esercito – che hanno promesso di restare lontani dalla politica – sono già iniziate le consultazioni per la formazione del prossimo governo, il quale raggrupperà tutte le forze nazionali e disporrà di pieni poteri.