Il 10 Ottobre 2011 Riecho Blog pubblicava questo articolo, mentre tutti i media mainstream acclamavano con gioia la primavera araba.

[Io, a dire il vero, valutavo questa espressione tra il ridicolo e il patetico. Ma forse non sono “mainstream”… fdm]


Rivoluzione. E’ una strana parola se ci pensate.

In termini politici, “rivoluzione” rimanda ad immagini di eroi che combattono i tiranni, all’insurrezione in nome della libertà e del cambiamento. In una prospettiva celeste, invece, “rivoluzione” denota un’orbita completa di un corpo planetario attorno ad un centro, come la rivoluzione della Terra intorno al Sole. In altre parole, dopo una rivoluzione, si finisce al punto da cui si era partiti. Stessa parola, due significati completamente opposti – da una parte hai un cambiamento, dall’altra ritorno alla situazione precedente.

Questo è esattamente cosa è avvenuto nella rivoluzione in Egitto di quest’anno.

Sicuramente Hosni Mubarak è ora sotto processo dopo 3 decenni di saccheggi e razzie alla ricchezza del suo paese. Per la maggior parte degli egiziani, ciò è visto come una grande vittoria; c’è una sensazione di intenso ottimismo nelle strade del Cairo e anche se fondamentalmente niente è differente da prima, le aspettative sono alte.

MubarakMubarak era un simbolo della tirannia, ed è stato versato un fiume di sangue per rovesciarne il regime. Sfortunatamente, gli Egiziani sono essenzialmente passati da una forma di dittatura ad un altra. Nonostante tutta la musica e danza sulla libertà in Egitto, la loro rivoluzione li ha portati indietro, dove erano partiti, ad una dittatura autocratica. Se ci pensate, così funzionano normalmente le cose in politica. Come si dice: “Più le cose cambiano, più rimangono uguali” (ndR: il Gattopardo). Anche in Italia ne sappiamo qualcosa.

L’Egitto avrà elezioni parlamentari tra pochi mesi. E’ discutibile che Tantawi lasci il suo supremo e incontrollato potere..ma se mai ciò accadesse, una cosa è certa: una nuova elite di potere emergerà in Egitto e aiuterà se stessa ad avere ricchezze e privilegi alle spese di tutti gli altri.

Questa è la grande debolezza di ogni sistema politico: il “governo” è basato sull’idea che a qualche individuo o organizzazione sia concesso il potere che nessun altro essere umano potrebbe possedere – il potere di uccidere, di dichiarare guerra, di furto, di frode, di contraffazione. Tutti questi poteri sono considerati immorali per l’uomo, ma perfettamente accettabili per il governo… e non importa quanto loro li mascherino da bene comune, qualunque sistema politico fa pieno uso della propria autorità al fine di mantenere lo status quo e le elite dirigenti al potere.

L’esperienza egiziana evidenza un importante lezione dalla storia: con rare eccezioni, anche quando si rovesciano le classi dirigenti, qualcun altro si farà avanti per colmare il vuoto… esattamente come accaduto in Francia quando scambiarono Luigi XVI con il Regno del Terrore di Maximilien Robespierre dopo il 1789.

Ecco perché sostenere i cambiamenti politici, nonostante sia virtuoso e nobile in se, risulta infine uno sforzo inutile. I megalomani affamati di potere e i loro servili yes-men arriveranno sempre in cima, pilotando le masse con la promessa che “il cambiamento sta arrivando”. E’ tutto un abbindolamento. I politici sono lì per proprio beneficio, non per il vostro. Noi abbiamo solo una quantità finita di risorse disponibili – tempo, soldi e energie. E’ molto meglio allocare queste risorse per incrementare la nostra situazione piuttosto che le possibilità di ri-elezione di qualche politico.

Dipende da voi, dove sarete quando queste persone guideranno il treno giù dalla scogliera?

Born to be free, Economia e Libertà