Denise Lind, la giudice della Corte marziale che a Fort Meade, vicino a Washington, sta processando il soldato Bradley Manning, ha dichiarato martedì 30 luglio che Manning non verrà accusato di collusione con il nemico – il più grave dei 22 capi d’accusa a suo carico – ma che gli sono state imputate diverse violazioni della legge sullo spionaggio e il furto di documenti.

Manning rischia di essere condannato a 136 anni di carcere. La pena esatta verrà fissata in un’udienza iniziata mercoledì mattina.

Bradley Manning ha ammesso di aver trasmesso, dal 2009 quando era nel servizio informazioni in Iraq, al 2010 circa 700’000 documenti militari e diplomatici. Ha inoltre trasmesso a WikiLeaks circa 250’000 dispacci diplomatici, decine di migliaia di rapporti militari sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, così come documenti sui prigionieri rinchiusi nel carcere di Guantanamo.

Il giovane soldato si è detto colpevole di 10 capi d’accusa – per i quali rischia 20 anni di carcere – e non colpevole per i rimanenti 12, fra i quali vi è l’accusa di aver volontariamente aiutato al Qaeda.