1. ottobre 2013 : negli Stati Uniti il mancato accordo fra repubblicani e democratici sul bilancio 2014 causa il blocco di gran parte dell’amministrazione federale, con 800’000 impiegati statali lasciati a casa senza salario e a tempi indeterminato.

17 ottobre 2013 : se repubblicani e democratici non troveranno un accordo sull’innalzamento del tetto del debito (ora fissato a 16’700 miliardi di dollari), in poche settimane il governo non avrà più i soldi per far fronte ai propri debiti e dovrà dichiararsi in default di pagamento.

“Al di là del problema immediato – il tetto del debito e i negoziati attorno al bilancio – tutta questa storia intacca la reputazione degli Stati Uniti, scrive Françoise Garteiser nel portale d’informazione La-chronique-agora.com : “In un sistema monetario basato unicamente sulla fiducia (piuttosto che su un attivo tangibile e impossibile da manipolare come l’oro) questo potrebbe avere gravi ripercussioni.

In una sua cronaca recente, Philippe Béchade scriveva : “Il vero problema degli Stati Uniti è quello di preservare il ruolo centrale del dollaro nel commercio internazionale.
Da questo punto di vista, un default americano colpirebbe durante la credibilità del dollaro. Chi vorrebbe commerciare e detenere moneta di un paese che non onora i suoi debiti?”

Dal canto suo, Simone Wapler commenta : “Credo che il dollaro sia condannato e che il sistema economico che consiste nell’importare dei beni (petrolio, beni manifatturieri, servizi) in cambio di debito (buoni del Tesoro in dollari) crollerà.
Ma non credo che questo crollo sia per il 17 ottobre. Gli Stati Uniti non andranno in default di pagamento, perchè hanno emesso debito nella loro moneta e perchè possono stampare moneta illimitatamente.
Supponiamo che il tetto legale del debito americano non venga alzato. Gli Stati Unit dovranno pagare e daranno priorità ai detentori esteri che presentano i propri crediti.
Per contro, nulla impedisce loro di stampare tutti i dollari necessari per pagare l’esercito, i funzionari o un fondo pensione il cui debito giunge a scadenza.

Il precedente default si era prodotto quando il governo americano avevano rifiutato di rimborsare i dollari in oro e avevano chiuso “l’ufficio cambio”, il 15 agosto 1971.
Si era trattato di un default perchè il dollaro era venduto ai banchieri centrali come as good as gold e convertibile alla prima richiesta. Non più accettare di convertirlo equivaleva a un default.
E’ a partire da questa data che gli Stati Uniti hanno esportato il debito e acquistato all’estero a credito e che la bilancia commerciale è stata costantemente in deficit (salvo per un breve periodo nel 1990).

Al punto in cui ci troviamo vale la pena ricordare due frasi. La prima è dell’industriale J. Paul Getty : “Se dovete 100 dollari alla banca è un vostro problema. Se dovete 100 milioni di dollari alla banca, è un problema della banca.”
La seconda era stata pronunciata nel 1971 dall’allora Segretario americano al Tesoro John Connally, che rivolgendosi ai dirigenti del resto del mondo aveva detto : “Il dollaro è la nostra moneta e il vostro problema.”