“Un numero insufficiente di banche europee è stato smantellato, scomparendo dai mercati”. Non sono le parole di un rivoluzionario che vuole abbattere il capitalismo, ma quelle di Andrea Enria, presidente dell’Autorità bancaria europea, in un’intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Enria prosegue presentando cifre rivelatrici : “Dall’inizio della crisi, nel 2008, sono scomparse solo 40 banche europee, contro circa 500 banche chiuse negli Stati Uniti. I governi europei hanno voluto mantenere in attività il maggior numero possibile di banche e questo ha frenato il processo di convalescenza.”

L’Autorità bancaria europea non ha sempre dato prova di lungimiranza. E’ stata accusata di negligenza e di negazione della realtà quando, nel 2011, aveva fatto eseguire stress test agli istituti bancari, per concludere che solo 9 banche fra tutte quelle esaminate avevano bisogno di rinforzare i fondi propri, per un importo complessivo di 2.5 miliardi di euro.
Oggi le dichiarazioni di Enria contraddicono, senza ammetterlo esplicitamente, quanto fatto due anni fa con gli stress test.

Le parole di Enria significano che in Europa esistono ancora troppe banche-zombie, che troppi crediti dubbiosi non sono stati ripuliti, che nei bilanci bancari la crisi ancora dilaga. Enria ammette che gli Stati sostengono ancora troppe banche contro ogni ragione economica, ossia unicamente per motivi politici.
Lui vorrebbe mettere fine a questa complicità colpevole, spiegando che l’Europa, nell’ambito dell’unione bancaria, deve attuare meccanismi di ristrutturazione e smantellamento di determinate banche. Ma sino ad oggi i dirigenti europei non si sono accordati sulla forma di questa risoluzione, alla quale sarà affidato il potere decisionale e che ne assicurerà il finanziamento. Il che lascia intravvedere lunghe battaglie.

Ci si dovrà forse aspettare che in futuro l’autorità di controllo europea proceda a fallimenti bancari, oppure a “ristrutturazioni” delle banche attraverso – come accaduto a Cipro – prelievi forzosi sui depositi, una pratica che starebbe per essere formalizzata da una direttiva europea.