Il governo della Danimarca sta per entrare in una seria crisi dopo che oltre 200.000 danesi (sui 5.6 milioni di abitanti del paese) hanno firmato una petizione per protestare contro la cessione al colosso bancario americano Goldman Sachs di una quota di partecipazione nella società Dong Energy, una società di servizi pubblici nel settore energetico.

Per il governo guidato dal primo ministro Helle Thorning-Schmidt, che già aveva raccolto pessimi risultati nei sondaggi ben prima di questa vicenda, si tratta della più grande espressione del malcontento della popolazione nel corso degli ultimi anni.

I danesi non hanno accettato che l’Esecutivo abbia concluso un accordo che permette a Goldman Sachs di detenere il 19% del capitale della Dong Energy e che contiene una clausola che accorda alla banca diritto di veto sulle decisioni importanti dell’azienda, malgrado la partecipazione minoritaria (la quota dello Stato danese verrebbe portata al 60%).

Per questa acquisizione Goldman Sachs si è avvalsa dell’aiuto di una banca d’investimenti con base in Lussemburgo, detenuta da azionisti delle Isole Cayman e dello Stato americano del Delaware, due noti paradisi fiscali.

I banchieri di Goldman Sachs sono stati sorpresi dalla reazione di buona parte del popolo danese, così come lo sono stati i dirigenti di Copenhagen : “Capiamo che molti detestino la banca Goldman Sachs, ma non si possono fare affari e dire ‘La vostra offerta è la migliore ma non potete vincere’ – ha dichiarato un dirigente danese al Financial Times.

Alla transazione si è fermamente opposto anche il partito popolare socialista, membro della coalizione di governo al potere dall’autunno 2011. I sei ministri di questo partito hanno rassegnato le dimissioni.

(Fonte : actuwiki.fr)