Il giorno più lungo… Ma non era il 6 giugno 1944?
Storicamente forse sì, ma anche il 9 febbraio 2014 ha i suoi meriti!
Incominciamo con una poesia intensa e bella (Vittorio Sereni)

6 giugno 44 2

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l’Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.
Ho risposto nel sonno: “È il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d’angeli, è la mia
sola musica e mi basta”.

Non ho ancora votato ma se vi dicessi che non l’ho fatto perché non sapevo decidermi vi direi una grossa bugia. Tra poco uscirò nel mio modesto quartiere di Besso (un po’ di sole è il benvenuto), camminerò per trecento metri ed entrerò nell’edificio rossastro delle scuole comunali. Gli addetti al seggio si accerteranno della mia identità e mi sarà concesso di deporre la mia scheda nell’urna.

Ho votato. Alla bancarella, solo soletto, Raoul Ghisletta. Lo saluto cordialmente. Fraternizziamo con il nemico prima di sterminarlo (scherzo, l’avete capito). Mi dice:  1) “Se passa il SÌ in 5 anni siamo in Europa” 2) “Se passa il SÌ come faranno industriali e banchieri a fare i loro affari?”  “Non vorrà dirmi che voi aiutate questi squali?”  3) “Sia chiaro che è l’ultima volta”.

I Savoia. Furono conti, poi duchi (dal 1416), vantarono un antipapa (il duca Amedeo VIII divenuto Felice V), poi re di Sardegna e infine re d’Italia. Un’ascesa durata quasi un millennio. Dopo tante glorie, la caduta. L’ultimo esponente dell’illustre casato, accanto a Emanuele Filiberto, è il leader dei Verdi ticinesi. Sulle pagine del suo blog egli enuncia non meno di 40 (!) ragioni per votare SÌ. Ne scegliamo per voi cinque (anche perché sappiamo che 40 non avreste mai la pazienza di leggerle fino in fondo. La 1, la 2, la 29, tra 37 e l’ultima.

  1. Perché il miracolo economico che ci era stato promesso di è trasformato in poco tempo in un disastro.
  2. Perché dei 25’600 posti di lavoro creati nessuno a andato a beneficio dei residenti, checché ne dicano alcuni (e noi lo abbiamo provato con le statistiche ufficiali su questo blog).
  3. Perché dire che “il problema è complesso” e “non servono soluzioni semplici” non è una scusa per rimanersene con le mani in mano.
  4. Perché la popolazione ha il diritto di dire basta.
  5. Perché se l libertà  dei lavoratori a stabilirsi dove vogliono e lavorare dove vogliono è un diritto, ce n’è un altro altrettanto importante: quello di rimanere a lavorare dove si è nati o cresciuti senza essere obbligati ad emigrare per trovare un lavoro perché al tuo posto vengono assunti altri, anche loro costretti a cercare lavoro altrove dalle stesse logiche economiche, possono permettersi di accettare salari inferiori. Perché questa cosa qui non ha niente a che vedere con la libertà.

Visto che siamo in tema, vi do la mia (che nell’essenziale è una sola).  PERCHÈ LA SVIZZERA È (così dicono, ma se per caso è cambiato qualcosa vi prego di confessarlo) UNO STATO SOVRANO E HA IL DIRITTO DI RIPRENDERE NELLE SUE MANI CONTROLLO DELL’IMMIGRAZIONE.

— Scrivo “diritto” ma aggiungerei senz’altro il dovere, nei confronti dei suoi stessi cittadini.

— Non si tratta di bloccare l’immigrazione, come strillano in assoluta e abbastanza indecente malafede i fautori del NO. Ma di governarla, se necessario (e lo è) di limitarla, senza doversi dichiarare impotenti di fronte a sviluppi estremamente dannosi per la nostra società.

12.30  La radio annuncia una partecipazione “molto alta”. Un SÌ si preannuncia chiaramente nell’Argovia. In altri cantoni (Ginevra, Zurigo) sembra prevalere il NO. Nel Ticino (partecipazione al 57%) il SÌ è irruente e inarrestabile. Sfiora (dice la radio) il 70%.

Il presidente distrettuale UDC Tiziano Galeazzi si sta preparando. La sua immersione nelle gelide acque del Ceresio è annunciata per le ore 16, alla foce del Cassarate (riva destra). Egli indosserà mutandine rossocrociate. Ticinolive (con altri media) sarà presente all’evento.

Da ricordare anche la scommessa, pubblicamente stipulata su Facebook, tra il celebre vignettista e deputato pipidino Armando Boneff e il professor De Maria, il cui tenore è il seguente:

Se passa il SÌ in più di DUE (2) cantoni, l’on. Boneff inviterà a cena il prof. De Maria al Principe Leopoldo. In caso contrario De Maria inviterà Boneff.

Entrambe le parti confidano nella vittoria.


RISTORANTE ALPINO, RIVERA

Quartier generale dell’UDC Ticino; presenti Pinoja, Rusconi, Chiesa, Filippini, Mellini, Bühler e altri.

ore 14.43

— Raggiunta la maggioranza dei cantoni **

— Il Ticino ha votato alla grande:  68,2 % di SÌ ***

** L’on. Boneff ha perso la scommessa (cena al Principe Leopoldo)

*** L’on. Galeazzi si tufferà nel lago oggi alle ore 16, alla foce del Cassarate (riva destra)

ore 14.58

Il SÌ è in vantaggio per 971 mila a 943 mila. Mancano Berna e Zurigo.

1024 a 986

ore 15.08

Mancano solo i pesi massimi Zurigo e Berna, da cui tutto dipende. Ognuno cerca febbrilmente di contribuire alla conoscenza, massacrando i telefonini, ma nessuno sa dare i numeri decisivi. Berna sembra favorevole ma la paura di Zurigo-città, rossoverde, è tanta.

Ceschi  Praticamente certa la vittoria del SÌ

Sentita in sala (Pinoja ha pagato da bere, grazie presidente)
“Oggi abbiamo vinto DUE medaglie d’oro…”

Ore 17. È fatta e finita. Applausi, baci, felicità. Schioccano i tappi del prosecco. Primo sorso alle 17.16. Che domenica!

DALL’ALPINO DI RIVERA TICINOLIVE PASSA E CHIUDE