(francesco de maria) La grave sconfitta liberale dell’aprile 2011 ha avuto una conseguenza importante, provocando un cambiamento… dopo un’eternità (alcuni decenni). Il PLR, conservando il DFE (cosa in sé non obbligatoria), ha dovuto abbandonare il DECS all’eletto socialista Manuele Bertoli. Il quale, sinora, non ha combinato nulla di notevole, per tre anni è stato un po’ come non averlo. Voleva aumentare la paga ai docenti, che per questo l’avrebbero amato, e non c’è riuscito. Voleva diminuire il numero di allievi per classe, e anche per questo sarebbe stato amato, ma non c’è riuscito.
Adesso è in arrivo qualcosa di più molto sostanziale, ed è il momento di avere “paura”, non tanto di lui quanto della sua ideologia. Stiano attenti i difensori dell’ora di religione e stiano attenti i promotori della civica. Sarà una dura battaglia e lui giocherà, insieme ai suoi alleati, tutte le sue carte.
Una doppia morale sempre presente nel nostro Cantone (titolo originale)
Il direttore del DECS (Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport), Manuele Bertoli, ha recentemente presentato il rapporto sul corso di storia delle religioni, dicendo la sua anche sull’ora di religione e tirando pure in ballo – nel tentativo di metterla in contrapposizione con l’insegnamento di quest’ultima – l’insegnamento della civica nelle scuole, chiesto da un’iniziativa popolare.
Che l’insegnamento della civica con l’ora di religione c’entri come i famosi cavoli a merenda, lo capiscono proprio tutti e molti comprendono pure le finalità della direzione del DECS nel mettere strumentalmente in contrapposizione ciò che semplicemente non è contrapponibile, anche perché, fra le altre cose, non sussiste alcuna unità di materia. Dal canto suo, il comitato che ha lanciato l’iniziativa popolare per l’insegnamento della civica nelle scuole ha già chiaramente espresso l’avversione a questa sgangherata proposta.
Con un suo scritto, il direttore del DECS si è intanto pubblicamente scagliato contro il deputato in Gran Consiglio Michele Guerra che, sul “Mattino della domenica” del 1° giugno scorso, ha avuto l’ardire di esprimere considerazioni critiche sul rapporto dipartimentale, segnatamente per quanto riguarda l’insegnamento della storia delle religioni e la nuova proposta relativa all’insegnamento della religione (cattolica e riformata, le due religioni riconosciute dalla nostra Costituzione), la cosiddetta “ora di religione”, sottolineando alcuni valori della nostra società.
Pur non avendo espresso alcun attacco personale, il deputato ha suscitato l’ira funesta del direttore del DECS, che lo ha rintuzzato in maniera biliosa sulle sue conoscenze storiche e sulla sua coerenza religiosa (e questa sì è una critica che coinvolge l’ambito privato e personale). Da che pulpito, signor Consigliere di Stato!
L’attuale Presidente del governo cantonale ha poco da infastidirsi e dovrebbe ben sapere che il confronto su temi delicati come quelli legati all’identità religiosa e culturale tocca corde sensibili, suscitando comprensibili discussioni.
Non pago dell’attacco sferrato sul piano personale al deputato, il direttore di quel dipartimento che fa riferimento all’educazione e alla cultura, è andato oltre, esternando la propria collera contro il “Mattino della domenica”, attraverso riferimenti di carattere morale di dubbio gusto. Ricordiamo allora al ministro cantonale alcune semplici cosette.
Chi usa la morale a scopi politici – e la storia ci ha purtroppo riservato nei secoli anche dei tragici e drammatici esempi al riguardo – deve essere a dir poco “immacolato”, poiché la morale, oltre a diventare spesso un’arma totalitaria (la morale a senso unico), diventa un’arma a doppio taglio. Il direttore del periodico del Partito di M. Bertoli, “Confronti”, ne sa qualcosa, visto che è stato condannato per aver calunniato e insultato un giovane esponente leghista e sua madre (che non si è mai occupata di politica). Non mi risulta, tra l’altro, che il citato Consigliere di Stato si sia mai preoccupato di quei politici sui quali sono state riversate in passato vagonate di melma, in campagne elettorali e regolamenti di conti politici al vetriolo. E potrei continuare con altri esempi.
Eh già, la morale a senso unico diventa sempre una doppia morale, da utilizzare a seconda della bisogna.
Iris Canonica