I nuovi/vecchi crociati

La notizia

I bombardamenti Usa in Iraq non bastano. Le migliaia di mercenari USA che combattono al fianco dei curdi non bastano. I consiglieri militari all’esercito sciita non bastano. Le armi che USA e Francia hanno venduto a Barzani (miliardario capobastone nel nord iracheno) non bastano.

Considerazione

Ma quanto sono forti questi giovani musulmani dell’ISIS? O meglio: Quanto sono insignificanti le marionette cui gli americani hanno lasciato la patata bollente irachena dopo il ritiro del 19 dicembre 2011?

Seconda notizia

Il massacro e la tutela della minoranza degli Yazidi (nome di un gruppo di popolazioni ordinate a tribù, di origine e lingua curda con religione propria; detti comunemente adoratori del diavolo) invocata a gran voce da tutte le cancellerie del “mondo libero”. La Conferenza episcopale francese ha chiesto esplicitamente di “usare la forza con pertinenza, giustezza e proporzione”, parlando di “genocidio” in corso. Papa Francesco, in una lettera al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha rilevato l’esigenza di “azioni concrete di solidarietà, per proteggere quanti sono colpiti o minacciati dalla violenza”.

Seconda considerazione

Durante gli otto anni di occupazione militare americana gli Yazidi non c’erano? O i bombardamenti su tutto ciò che si muoveva erano così “intelligenti” che incenerivano sunniti e sciiti e lasciavano integri gli altri? In un paese che è stato in sostanza raso al suolo e ridotto all’età della pietra, questi “nuovi perseguitati” sono spuntati dopo, come l’erba, dalle lamiere contorte dei rottami rimasti sul territorio di quel disgraziato paese? La dichiarazione del nuovo capo bianco dei crociati è nel migliore dei casi vergognosa, perché l’argentino sa benissimo come sono tradotte in pratica dai politicanti occidentali mezze frasi come “azioni concrete di solidarietà” o “proteggere chi è minacciato dalla violenza”.

Terza notizia

L’Iraq, insieme con la Libia e Gaza, sarà al centro di una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Ue convocata per il giorno di Ferragosto dall’alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton. Dalla discussione, ha detto il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, “deve uscire non solo una dichiarazione di principio condivisa su tutti e tre gli scenari di crisi, ma una decisione su un’azione comune forte e coordinata“ che in altre parole vuol dire: Guerra.

Ultima considerazione

La tutela degli Yazidi diventa dunque il pretesto per riprendersi ciò che incautamente avevano lasciato in mano ai curdi e agli sciiti moderati di un Al Maliki ormai sfiduciato da tutti: il controllo pieno dei pozzi petroliferi. Poiché in politica non si può pretendere chiarezza d’intenti, al cittadino comune si permetta almeno di esprimere il proprio disappunto, magari colorito o preso in prestito da un applauditissimo Giancarlo Giannini durante la sua apparizione al Festival di Locarno, dissertando su alti temi.

Quando non siete a casa vostra “smettetela di rompere i coglioni”!

Carlo Curti, Lugano

Yazidi 2NOTA. Gli yazidi adorano “un angelo decaduto” (il “diavolo”), da loro rappresentato come un pavone. E ciò è valso loro l’appellativo di “adoratori di Satana”, con conseguenti persecuzioni e ripetuti massacri.

Gli yazidi sono invece una popolazione pacifica e tollerante. Sono circoncisi come gli ebrei, adorano il sole e credono alla trasmigrazione delle anime.