Ed è alquanto salato
Il presidente del PPD avv. Giovanni Jelmini si esprime oggi sul Corriere circa le avventate dichiarazioni del socialista on. Manuele Bertoli in occasione del suo discorso ufficiale del 1° agosto e altri suoi comportamenti discutibili ed irrituali.
Jelmini è molto severo e non occorre troppa fantasia per immaginare il vespaio che susciterà. Fondamentale, a nostro avviso, sarà – in questo assai delicato frangente politico – la posizione assunta dal PLR. Osservo che sino ad oggi i liberali radicali, pur senza sostenere Bertoli, non lo hanno neppure apertamente condannato. Ecco un estratto del suo intervento, che ripubblicheremo integralmente se ne avremo il permesso:
“Dirigere in modo collegiale significa che gli affari del collegio governativo sono prioritari rispetto agli altri impegni dei membri del Consiglio di Stato, i quali, di principio, devono essere solidali con i colleghi e con le deliberazioni del collegio. Il Consiglio di Stato nomina il suo presidente, che sta in carica un anno e che è un «primus inter pares», ossia non dispone di alcun potere supplementare rispetto ai suoi colleghi; durante l’anno presidenziale, ha l’incarico di guidare le sedute del Governo e di rappresentare secutivo verso l’esterno.
Questi principi e queste norme non vengono sempre rispettate dagli attuali membri del Consiglio di Stato e in particolare all’attuale presidente che, se da un lato, come qualsiasi cittadino, ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero sui temi di attualità politica, dall’altro, nella sua qualità di presidente del Governo è chiamato a rappresentare tutto il Collegio governativo, come pure il Cantone. E allora le sue esternazioni pubbliche in occasione del discorso ufficiale del 1° Agosto non solo non sono opportune ma non sono neppure legittime.”