Gli stress test sulla solidità delle banche della Zona euro, voluti dalla Banca centrale europea, sottovalutano il rischio sovrano rappresentato dai miliardi di euro di prestiti di Stato che le banche detengono nel loro portafoglio. Lo sottolinea un recente studio universitario tedesco.

Secondo questo studio, le 64 maggiori banche europee detengono un totale di 806 miliardi di euro di attivi ponderati dei rischi legati o corrispondenti ai debiti sovrani.

Esposizione ai rischi sovrani non ponderati delle banche della Zona euro per paese, secondo i dati della BCE : http://bit.ly/1qh0NMi

La ponderazione degli attivi in funzione dei rischi è stata introdotta dai regolatori finanziari per assicurare che le banche valutino il loro profilo di rischio reale e dispongano di fondi propri sufficienti per far fronte alle perdite che potrebbero derivarne.

“Le banche potrebbero passare con successo i test della qualità degli attivi e i test di resistenza, i cui risultati saranno resi noti in ottobre, ma non avere abbastanza fondi propri, o perlomeno non abbastanza fondi propri eccedenti (solo se il rischio sovrano fosse effettivamente considerato con una ponderazione appropriata dei rischi) – sottolineano Sascha Steffen, dell’European School of Management and Technology di Berlino e Josef Korte, dell’univerità Goethe di Francoforte in uno studio che verrà pubblicato dal Journal of Financial Economics.

Il comitato dei regolatori bancari, anche detto comitato di Basilea, ha criticato il trattamento del rischio sovrano in seno alle banche da parte dell’Unione europea, le cui regole obbligano le banche a una valutazione appropriata dei loro rischi ma le autorizzano a considerare il debito sovrano del loro paese come un fatto privo di rischi.
Questo per incoraggiare le banche ad acquistare debiti sovrani e permettere agli Stati di beneficiare di fonti di finanziamento stabili, assicurando che le banche abbiano sufficienti attivi liquidi, un’altra preoccupazione dei regolatori.

Il tutto rende il settore finanziario maggiormente a rischio.

Gli stress test considerano il rischio di perdite potenziali su portafogli sovrani, verificando ad esempio quale sarebbe l’impatto di un deprezzamento del 30%, come quello registrato da diverse obbligazioni greche nella crisi dei debiti sovrani della Zona euro.

Lo studio di Korte e Steffen dimostra che il rischio sovrano va oltre le frontiere nazionali. Per le banche che hanno esaminato, un terzo degli attivi ponderati dei rischi “non identificati” corrisponde a investimenti nei debiti sovrani di altri paesi e non del paese di origine.

(Fonte : Reuters/bourse.lesechos.fr)