Martin Dempsey, capo di Stato maggiore dell’esercito americano, non esclude di chiedere al presidente Barack Obama di mandare in Irak e in Siria forze di combattimento al suolo per operazioni speciali, se la strategia attuale si rivelasse insufficiente.

Martin Dempsey si è espresso martedì di fronte alla Commissione delle forze armate del Senato : in futuro non esclude di chiedere al presidente l’invio di forze di combattimento terrestri per operazioni speciali in Irak e in Siria, qualora l’attuale strategia di bombardamenti aerei decisa dall’amministrazione Obama fosse insufficiente per combattere lo Stato islamico.
Dempsey ha precisato che lo stesso presidente gli ha raccomandato di interpellarlo qualora un intervento armato al suolo si rendesse necessario.

Dichiarazioni che contrastano apertamente con quanto detto sinora da Barack Obama, che ha assolutamente escluso l’utilizzo di soldati al suolo.
Le parole di Dempsey riflettono le inquietudini e le riserve che i militari hanno per uno scenario che conferisce loro la potenza aerea ma lascia ai soldati iracheni, curdi e eventualmente siriani, la conduzione di combattimenti al suolo contro i djihadisti.

La strategia dei bombardamenti aerei definita da Obama non è quella voluta dai militari, in particolare dal generale Lloyd Austin, capo del comando centrale per la regione del Medio Oriente, incaricato della campagna militare americana.
Austin aveva infatti suggerito di mandare sul terreno un contingente limitato di soldati americani, provenienti dalle forze speciali, per assistere e inquadrare le unità irachene al suolo.
Il concetto era permettere che questi uomini fossero integrati nei battaglioni locali, iracheni o curdi, per coordinare le operazioni con le forze aeree americane e controllare le operazioni più delicate.

(Fonte : Le Figaro.fr)