Una giovane donna dalla parola coraggiosa e chiara, che sembra in rapida ascesa nel “firmamento” politico della Lega dei Ticinesi: Elisabetta Lara Gianella. Oggi – e non solo per pigrizia! – lascio il pensiero del giorno a lei (che già ha pubblicato alcuni pezzi su Ticinolive).

Sergio Roic, con il quale Gianella polemizza, è un esponente socialista con il quale intrattengo un buon rapporto personale. Lo pregherò di illuminarmi circa i candidati presenti sulla lista socialista annunciata ieri. Sono certo che potrà fornirmi(-ci) indicazioni preziose.

Quanto alle sue idee (in particolare: sulla multiculturalità), debbo confessare che, nel complesso, le disapprovo. Se si seguisse il Roic-pensiero, temo, in breve tempo il professor De Maria si troverebbe (con molti altri) a girare in burqa per la piazza Riforma.

 

I nostri valori e la nostra identità (estratto da un suo testo pubblicato l’altro ieri)

Il fallimento della multiculturalità tanto sognata da Sergio Roic e dai suoi seguaci è ormai sotto gli occhi di tutti. È tempo e ora che la Svizzera riaffermi con forza i nostri valori, la nostra identità cristiana, le nostre tradizioni. Questa riscoperta la dobbiamo coltivare e far crescere ogni giorno. Solo in questo modo apprezzeremo quello che abbiamo e saremo sempre pronti a difenderlo con le unghie con i denti. Non vogliamo minareti ma la nostra bella bandiera. Vogliamo ascoltare il nostro Salmo svizzero e non il canto dei muezzin. Vogliamo donne libere e indipendenti e non il burqa. Vogliamo la democrazia e non la sharia. Vogliamo una società dove i musulmani abbiano gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini ma anche gli stessi doveri e la stessa lealtà: prima la Svizzera e poi l’Islam. Vogliamo insomma una Svizzera dove possano vivere serenamente anche i musulmani ma non vogliamo una Svizzera musulmana.

Non permettiamo alle persone che la pensano come Roic di affermare che l’orgoglio legato alle nostre origini sia discriminazione nei confronti degli altri popoli o delle altre religioni. Non è vero. Del resto ce lo insegnano proprio i musulmani:  se dovessi recarmi in molti Paesi islamici sarei obbligata, e lo farei volentieri perché sono una persona rispettosa, ad adeguarmi alle loro regole religiose. E in molte di queste Nazioni, in quanto donna, non potrei neppure circolare liberamente. E in alcuni neanche professare la mia fede, pena la morte.

Elisabetta Lara Gianella