Ricevo e volentieri pubblico questo arguto e spassoso articolo di taglio “femminista”. Non senza permettermi di osservare che il cardine della società sono le donne e nelle loro mani risiede la prevalenza del potere.

Dice bene l’articolista quando si interroga ansiosamente: “Che cosa faremmo senza gli uomini?” Gli uomini (maschi) sono infatti un opportuno complemento. Però non servono a molto. In genere si danno importanza, si pavoneggiano e giocano. Talvolta inseguono le belle ragazze.

PS. È chiaro che nella Lega è successo un piccolo guaio. Vorrei proprio sapere com’è andata veramente.

Claudia Crivelli BarellaQuanto piace agli uomini rinfocolare il mito delle liti al femminile: il Corriere del Ticino titola “Le donne litigano e la lista sarà tutta al maschile” per parlare della Lega: se si scontrano due uomini, siamo di fronte a un franco scontro politico, se due donne hanno delle discussioni, partono le battute di spirito sugli ormoni (declinati a seconda della fase lunare o di vita) e sull’isteria, citando magari Freud (cucù: il buon Sigmund viveva in un’altra epoca, il mondo è andato avanti!).

Se pensavate che il mondo occidentale fosse molto più avanti di quello fondamentalista in fatto di parità dei diritti, date un’occhiata alla satira che Corrado Mordasini, che ha tenuto i discorsi nella cerimonia silenziosa e senza cartelli partitici (?!) a Bellinzona contro la violenza francese, fa sulle donne candidate (“la gnocchetta bionda” è uno degli epiteti più “lusinghieri”: gran cosa, la satira, complimenti!), e vi ricrederete.

Altro esempio: quando un candidato maschio si ritira dalla professione per dedicarsi alla cosa pubblica, è un uomo che prende sul serio il proprio compito, quando lo fa una donna (una liberale: sorella Micocci, non condivido niente del tuo pensiero, ma ti stimo per il tuo impegno!), viene descritta come un’esaltata. Ragazze mie, il mondo è saldamente in mano agli uomini, e vediamo tutte come sta andando.

La realtà, noi lo sappiamo, è un po’ differente: appariamo meno nei media, parliamo meno dei nostri colleghi, li ascoltiamo di più, ma noi sappiamo la corrente di solidarietà che corre tra di noi, i silenzi, le cose taciute per non farli impermalosire, per non aizzare il loro eterno bisogno di confronto, di misurazioni vicendevoli e di violenza. Sappiamo essere sorelle, solidali, e in più di un’occasione ho fatto il giro delle mie colleghe in Parlamento per auspicare una collaborazione dietro le quinte che ha dato ottimi frutti.

Sappiamo fare bene, quando ci fidiamo delle altre donne, quando diamo loro possibilità di fare il proprio lavoro lontano dalle maldicenze, valorizzando le loro capacità, e anche la loro bellezza e la loro gioventù (che sono qualità, non difetti!). Non permettiamo di far scrivere una storia che non racconta la verità, ribelliamoci: sorridendo, anche incantando e affascinando i nostri amici uomini: con tutte le loro capacità (ammettiamolo: anche se ci stancano e a volte ci esasperano, cosa faremmo in un mondo senza uomini?!), sono lì per essere educati alla tolleranza, alla collaborazione, a tutto ciò che fa progredire l’umanità.

Claudia Crivelli Barella, granconsigliera Verdi