“Articolo? non vedo nessun articolo, solo un link a degli schiamazzi mal trascritti di un ubriaco molto ignorante…” Avevo postato il link all’articolo sulla mia bacheca, uno dei miei soliti esperimenti, per “sondare” le reazioni del pubblico. Un blogger si è affrettato a reagire com’è scritto sopra.
È un’idea che coltivo da tempo, e mi sto vieppiù convincendo che è giusta. Molta della fortuna della Lega proviene dalle reazioni esagitate, isteriche (uso questo termine macchiandomi di “maschilismo” perché “hysteron” significa “utero”) e – lasciatemelo dire – poco intelligenti che i suoi messaggi suscitano nei suoi avversari.
Ciò che scrive Lorenzo Quadri non è incontestabile. Tuttavia egli fornisce le sue cifre e le sue ragioni. Si può dargli torto e si può cercare di “chiuderlo nell’angolo”. Ma in modo intelligente.
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Altro che continuare a blaterare di “aperture”! La Svizzera, che è il paese che accoglie più immigrati, ha già spalancato tutto agli stranieri: frontiere, mercato del lavoro, stato sociale. Adesso bisogna chiudere.
Per i kompagni, ermeticamente chiusi ed intolleranti nei confronti di chi non la pensa come loro, è invece tempo di aprire la mente.
Ormai è diventato una specie di squallido leit motiv. Già il primo gennaio del 2014 l’allora presidente di turno della Confederazione, il PLR Didier Burkhaltèèèèr, se ne era uscito con la brillante sortita: “dobbiamo aprirci all’UE”. Solo noi, naturalmente. L’UE, malgrado sia un fallimento su tutta la linea, sia economico che politico, non deve “aprirsi” nei nostri confronti. Ma quando mai: le concessioni (leggi calate di braghe) le devono fare sempre e solo gli svizzerotti fessi, ligi a Diktat di Bruxelles che nessuno si sogna, giustamente, di prendere sul serio.
La sortita di un anno fa di Burkhaltèèèèr, per quanto balorda, si inseriva perlomeno in un contesto (uella): a poco più di un mese di distanza si sarebbe infatti tenuta la votazione sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Votazione i cui esiti sono arcinoti. E da taluni – vedi Manuele Bertoli – non ancora digeriti.
Ne abbiamo piene le tasche
Ad inizio 2015 la presidenza di turno della Confederazione la assume (senza il voto dei deputati leghisti a Berna) la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga. E naturalmente, dimostrando peraltro la solita fantasia devastante, cosa ti va a dire nel discorso di inizio anno? Ma che “dobbiamo aprirci”!
Di questo patetico, e soprattutto ipocrita ritornello delle aperture ne abbiamo piene le tasche.
Ne abbiamo piene le tasche (e non solo) delle strumentali accuse di “chiusura” che mirano solo a puntellare il programma di rottamazione della Svizzera concepito (?) dal centro-$ inistra, ovvero dalla maggioranza dei politicanti federali.
Supportati, va da sé, dalla stampa di regime e dagli autocertificati intellettualini rossi da tre e una cicca, abbarbicati alla greppia pubblica – finanziata dal disprezzato e “chiuso” contribuente – come cozze allo scoglio.
Il paese più aperto
La Svizzera è il paese più aperto di tutti: è quello che accoglie più stranieri. Al proposito, le cifre dell’OCSE parlano chiaro: nel 2012 la Confederazione ha accolto 126’500 immigrati, vale a dire l’1.6% della popolazione. In Europa ad accogliere in cifre assolute più migranti nel 2012 è stata la Germania (quasi 400’000), seguita da Gran Bretagna (286’000), Francia (259’000) e Italia (258’000).
I conti sono presto fatti: la Germania ha 83 milioni di abitanti, 10 volte la Svizzera. Ma ha accolto solo il triplo degli immigrati che ci siamo cuccati noi. E che dire dei nostri vicini a Sud? L’Italia ha 60 milioni di abitanti, 8 volte la Svizzera. Ma ha accolto solo il doppio degli immigrati di noi. E stiamo parlando di paesi UE. E forse che nel caso degli asilanti la situazione è diversa? Nossignori: la Svizzera nel 2013 ha ospitato 26mila asilanti, la Germania 110mila. La sproporzione rimane clamorosa ed evidente.
Le censure
Ma naturalmente queste cifre vengono nascoste il più possibile. La realtà va censurata quando smentisce le fetecchiate dei politikamente korretti.
Allo stesso modo non si dice, ad esempio, che gli stranieri in percentuale delinquono assai più degli svizzeri; che l’80% dei detenuti alla Stampa sono stranieri; che ogni carcerato costa al contribuente 330 Fr al giorno e quindi che i ticinesi pagano quasi 20 milioni all’anno per i delinquenti stranieri: e questo grazie alle “aperture”.
Adesso bisogna “chiudere”
Le cifre dell’immigrazione lo dimostrano al di là di ogni dubbio. Altro che “dobbiamo aprirci”: in Svizzera è già stato spalancato tutto lo spalancabile. E le conseguenze si vedono: occupazione, sicurezza, viabilità (62’500 frontalieri sulle strade ticinesi uno per macchina), e via elencando, sono collassate a suon di aperture politikamente korrette. Adesso, dunque, dobbiamo chiudere quello che è stato scriteriatamente aperto. Bisogna chiudere; non certo aprire. Anche perché da aprire non c’è proprio più niente: le frontiere sono spalancate, il mercato del lavoro è spalancato, lo stato sociale è spalancato, gli edifici pubblici sono spalancati agli asilanti, eccetera eccetera.
A doversi aprire sono semmai la kompagna Simonetta ed accoliti, tra cui mettiamo anche il presidente del CdS Manuele Bertoli, che continua con la menata del voto del 9 febbraio da rifare. Kompagni, voi che continuate a parlare a vanvera di aperture, siete poi ermeticamente chiusi e del tutto intolleranti nei confronti di chi non la pensa come voi. Solo che si tratta, ma tu guarda i casi della vita, della maggioranza della popolazione svizzera. Kompagni, “dovete aprirvi”!
LORENZO QUADRI
(dal Mattino della Domenica)