Cattaneo y

Non era un attacco a Bertoli (quello annunciato da Gianni Righinetti ieri sera in TV). Il mio intuito mi ha tradito. Era un attacco a Zali, sferrato dal presidente liberale Rocco Cattaneo.

Un attacco “durissimo”, scriverebbe Bazzi (ma lui ha il vezzo di battezzare “durissimo” anche il belato di una pecora, fa parte delle sue necessità di drammatizzazione). Stavolta la parola ci sta tutta. Un attacco spietato, di straordinaria efficacia. Lo voglio commentare, ma prima debbo studiarlo. Ve ne propongo un frammento.morgenstern[Zali aveva dichiarato, sabato scorso: “Rivendico il coraggio di dire no agli interessi economici”]

Vorrei a questo proposito chiederle: chi pensa che abbia pagato il suo lauto stipendio durante i vent’anni in cui è stato giudice? E chi pensa che paghi il suo ancor più lauto stipendio ora che è consigliere di Stato? La risposta è semplice e la conosce anche lei: i contribuenti (che non sono soltanto gli elettori leghisti o verdi). I contribuenti sono i cittadini che lavorano e le aziende che creano lavoro e producono ricchezza. Proprio grazie al lavoro e alla ricchezza lo Stato può disporre delle risorse necessarie a pagare i costi delle sue istituzioni: politiche e giudiziarie, compreso il suo stipendio.

Ma per lei l’economia sembra una specie di associazione per delinquere (dove non si distinguono buoni e cattivi, onesti e virtuosi) che pone i propri «interessi» al di sopra di quelli dei cittadini, dello Stato e del Paese. Per lei l’economia è quella che manovra i «soldatini» in Gran Consiglio: mi riferisco all’infelice e indegna frase da lei pronunciata quando si è trattato di votare la sua tassa sui posteggi, bocciata dal Gran Consiglio non perché sbagliata di principio, ma perché imposta in stile dirigista.

Questa demonizzazione dell’economia mi fa pensare che lei abbia un’anima vetero-marxista ed è estremamente pericolosa, soprattutto da parte di un consigliere di Stato.

“Vetero-marxista” suona un po’ forte ma contiene qualcosa di azzeccato. Io direi che il consigliere incomincia a manifestare una mentalità socialista, in questo specifico senso. Il denaro guadagnato dall’imprenditore è sì denaro del Diavolo, ma ad esso non si rinuncia; lo si esige, anzi, in sempre maggiore quantità. Per pagare sussidi, assistenze, stipendi statali di funzionari utili o inutili o superflui o dannosi (che il partito di Zali denomina “fuchi”) e attività “progressiste” di ogni genere. I socialisti, si sa, la pensano così.

Fare il consigliere di Stato con lo stipendio pagato dagli “interessi economici” deve dare una sensazione tremenda, fastidiosa, addirittura umiliante.

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L’asse Savoia-Zali rivestirà un ruolo importante nella campagna elettorale in corso. Potrebbe addittura (anche se non lo giudico probabile) sortire l’effetto di proiettare il Verde “in orbita”, causando eventualmente la perdita del seggio di Gobbi. Per la Lega sarebbe una sconfitta drammatica e senza rimedio.

Secondo noi il Predecessore di Zali al Territorio, uomo meno impulsivo e più saggio del Successore, ha visto chiaramente il pericolo e, preoccupato, ha esortato alla calma.

Si fa presto a dire “Zali”, che è al centro della ribalta, illuminato dai riflettori. In realtà ci son dentro tutti. Di certo Gobbi, ma anche Borradori, Quadri, Bignasca… Se l’esito del voto decreta un’ “inversione di tendenza”, ecco che può verificarsi la svolta.

La posta è veramente alta, tutte le fiches si sono ammonticchiate sul tavolo, ce n’è una quantità impressionante. Rocco ha fatto stamani la sua puntata. Qualcuno risponderà.