Questo lunedì, con Giorgio Genetelli, abbiamo fatto una riflessione sulla situazione del Milan, sul calcio delle società sportive che è sempre piu’ un fantacalcio televisivo come format di intrattenimento, snaturalizzato, molto lontano dal vero sport del calcio e per finire Giorgio ci ha ricordato i veri valori del puro aspetto ludico del pallone.
In merito a questo tema, oggi mi è arrivata una lettera, la scrive Massimo Ghioldi, insegnante di educazione fisica, preparatore atletico nazionale, allenatore UEFA, responsabile settore giovanile Asd gerenzanese ed ex collaborato con la FIGC in qualità di responsabile attività di base comitato legnanese.

calcio bimbo

<<Carissima Gianna Finardi,
ho letto la tua intervista a Giorgio Genetelli e volevo dire anch’io la mia sul mondo del calcio.
Non esiste solo il calcio della tv ma esiste ancora, forse da considerarsi una nicchia sportiva, quel calcio sano perché quando parliamo del calcio, parliamo dello sport più bello del mondo, di uno sport che tutti nell’infanzia abbiamo provato, che si inizia da bambini, si continua finché si riesce a fare una corsa e si ha fiato anche quando gli anni passano.

Giocare a 50 anni, fa comunque scaturire la voglia di vincere ma lo scopo principale è divertirsi correndo dietro ad un pallone, con gli amici di sempre che magari sono scarsi e ci fanno innervosire, o magari siamo noi quelli che in quella partita “non prendiamo un canale” facendo inorridire gli altri, ma poi finito l’incontro, ci si scambia una pacca sulla spalla e ci si dimentica dei goal mancati per ricordare solo i momenti felici passati in amicizia.
E quando giocano i vostri figli? Li conta solo vincere, conta solo dimostrare di essere migliori, di avere il figlio più bravo, nella squadra più forte per poi finire a disquisire sugli gli avversari, sui genitori degli avversari, sul mister  e sulla società.
C’è da domandarsi che senso ha tutto cio’, specie se nel frattempo si perde di vista l’unica cosa che i vostri figli meritano di vivere, cioè il piacere di correre dietro ad un pallone, quello stesso piacere che provate ancora voi alla vostra età indipendentemente da qualsiasi contesto. Di sicuro questa gioia hanno più diritto di viverla i vostri figli, proprio perché sono bambini e i bambini devono solo giocare, sfogarsi senza pensare ai problemi dei grandi, alle manie di arrivismo e di prevaricazione tipiche di un mondo adulto frustrato e sempre in competizione.
Il calcio dei grandi è inquinato e anche quello amatoriale sta perdendo di significato così che non mi resta da dire: godiamoci le nostre partite con gli amici cercando di non farci troppo male ma soprattutto rispettiamo l’infanzia dei nostri figli lasciandoli godere dell’innato piacere del gioco avulso da qualsiasi altro scopo se non il divertimento spensierato e sereno della loro età >>.