Losone 1 (2)La domanda fondamentale posta da questa lettera indirizzata ai media è sostanzialmente la seguente: “Che cosa pubblica la stampa ‘politicamente corretta’ ?” (che Maspoli chiamava “codina e serva del Potere”…)

Certo non quello che vorrebbe il “Ghiro”! O i poveri cittadini di Losone, che sono messi veramente male. E non è finita perché la (probabile) fregatura è dietro l’angolo. Un po’ se la sono anche cercata, perché hanno subìto troppo passivamente gli eventi.

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Giorgio_Ghiringhelli (2)Egregi redattori,

sul Mattino della domenica dello scorso 28 giugno vi era una lettera a firma Conni nella quale si denunciava il fatto che qualche giorno fa “ degli asilanti ospiti di Losone sono stati beccati a masturbarsi in un boschetto del Merige mentre guardavano le mamme in costume sul fiume con i loro figli”. A chiamare la polizia sarebbero state per l’appunto alcune di queste mamme, e nella lettera si riferisce che “ all’arrivo della polizia cantonale questi pervertiti si sono dileguati”.

I casi sono due.

O quanto denunciato nella lettera non è vero, e allora la stampa farebbe bene a darne pubblica smentita per evitare inutili allarmismi e a tutela del buon nome del Centro per richiedenti l’asilo.

Oppure la notizia è vera, e allora ci sarebbe da chiedersi come mai la stampa non ne abbia riferito : è stata la polizia a non informare la stampa o la censura è scattata per scelta redazionale onde evitare di allarmare la popolazione ? Se la notizia fosse vera ci si potrebbe anche chiedere perché quando viene segnalata la presenza di qualche esibizionista o di qualche guardone lungo l’argine della Maggia la stampa si scatena denunciando per giorni e settimane questi episodi con numerosi articoli che creano allarme fra la popolazione , e quando a fare anche di peggio sono dei richiedenti l’asilo allora nelle redazioni scatta l’autocensura ?

Ad ogni modo si è sempre saputo che la vicinanza del Centro per richiedenti l’asilo alla zona di svago del Merige, con le sue numerose frequentatrici indigene e turiste in costume da bagno, avrebbe potuto causare dei problemi specialmente in estate. E, considerato che siamo solo all’inizio dell’estate, sarebbe buona cosa che la stampa dedichi qualche servizio a questo tema andando a vedere cosa succede al Merige, intervistando le bagnanti e i gerenti della buvette, chiedendo ai responsabili del Centro per richiedenti l’asilo se i suoi ospiti sono liberi di frequentare quando vogliono e in massa questa zona di grande attrattività turistica o se sono state introdotte delle limitazioni a tutela degli interessi turistici e della sicurezza delle bagnanti (non dimentichiamo che i giovani maschi ospiti del Centro, a digiuno di sesso, provengono da un Continente in cui specialmente nelle zone islamiche non è abituale vedere delle donne in costume da bagno, in cui il sesso è spesso un tabù e in cui la diffusa violenza sulle donne è il risultato delle repressioni sessuali a sfondo religioso).

Cordiali saluti, Giorgio Ghiringhelli