1° agosto 1Stimate Autorità civili e religiose,
care concittadine e concittadini,
gentili ospiti e turisti,
cari giovani,

la Città di Lugano vi dà il benvenuto in questo giorno di festa nazionale!

mICHI 5La vostra presenza – questa sera in piazza Riforma – dimostra identificazione nei valori nazionali e desiderio di condivisione al di là dell’appartenenza generazionale. Riuniti in questa piazza, ci sono i bambini, i giovani, le famiglie, il nostro futuro; gli adulti che con il loro lavoro e i loro talenti sono il motore dell’economia e del funzionamento dei servizi pubblici di questo paese; e ci sono i pensionati, i nostri saggi, i costruttori del benessere di cui oggi godiamo. Siete, siamo qui tutti riuniti in questa piazza per sottolineare il 724° compleanno della nostra patria.

E, come noi, altri 8 milioni di persone – da Chiasso a Basilea, da Sufers a Morat, da Ginevra a Sciaffusa – dal piccolo villaggio di montagna al grande centro urbano, onorano la festa nazionale esponendo con fierezza la bandiera rossocrociata, con gesti, simboli e tradizioni che consolidano l’appartenenza alla stessa nazione. L’appartenenza a questa nostra Svizzera – un paese unico e straordinario! – dove convivono persone di cultura, storia, tradizioni e lingue diverse tra di loro. Eppure, siamo capaci a convivere, a confrontarci, non senza qualche incomprensione e regionalismo che superiamo grazie a valori comuni consolidati nella nostra democrazia.

Oggi, più che mai, dobbiamo andare fieri di questa capacità di restare uniti attorno a un progetto – la Svizzera! – uniti dai valori fondanti della nostra nazione. Proprio a questo aspetto vorrei dedicare una breve riflessione.

L’unione è da tempo uno dei punti di forza fondamentali della nostra nazione. Tanto che il motto nazionale recita: “Uno per tutti, tutti per uno”. E la nostra storia dimostra che l’unione ha fatto la forza: in effetti, è proprio da un’alleanza tra Uri, Svitto e Untervaldo che ha avuto origine la nostra nazione, con il patto del Grütli nel lontano 1291. Inizia così la storia di un successo, di aggregazioni volontarie di territori, di cantoni, di un’unione d’intenti che ha permesso di maturare quella coesione sociale di cui oggi godiamo, fondata su diritti e doveri, libertà e protezione, responsabilità individuale e sociale, ancorata ad obiettivi sociali quali sicurezza, formazione, lavoro, alloggio, reddito, salute. Se oggi la Svizzera si distingue nel mondo per l’ottima qualità di vita e per l’alto livello di benessere economico e sociale offerto a tutta la popolazione – svizzera e residente – è perché ha fatto della coesione del paese la sua bandiera.

La volontà di cooperare ha reso possibili innumerevoli progressi e conquiste, tra cui lo sviluppo dello Stato sociale, ovvero quelle garanzie che lo Stato offre al cittadino in difficoltà. Lo Stato sociale permette di dare concretezza ad un enunciato della nostra Costituzione federale: “(…) che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”.

Il successo svizzero non sarebbe stato possibile senza unità d’intenti e senza volontà di apertura dei cantoni; una chiusura a riccio non avrebbe mai permesso lo straordinario sviluppo economico e sociale della nostra nazione.

Anche nella realtà odierna i valori della solidarietà, dell’equità, della tolleranza, della coesione e dell’apertura dovrebbero guidarci nell’azione individuale e collettiva, nell’azione politica. Sta a noi, dare continuità a questo successo, salvaguardare questi valori e nel contempo ricollocarli in un contesto di cambiamento. Per esempio, praticare solidarietà e apertura in modo vigile
· per evitare che il nostro paesi diventi un bengodi dove trovare agiatezza senza dare nulla in cambio,
· per proteggere la nostra economia da chi vorrebbe indebolirla e da attività criminose,
· per preservare il nostro sistema sociale da chi tenta di abusarne.

E ancora, fare in modo che gli airbag sociali non deresponsabilizzino il cittadino ma lo incitino all’autonomia individuale e all’integrazione sociale e professionale.

Anche nella realtà cittadina troviamo dei begli esempi di unità di intenti e di volontà di apertura.

· Le aggregazioni hanno rafforzato la nostra città. Le difficoltà non sono e non sono state poche (e non lo saranno). Il processo aggregativo ha richiesto del tempo, capacità di mediazione e un cambiamento culturale. Un processo non ancora concluso per una città più attrattiva, dall’enorme potenziale.

· Finanze pubbliche. L’attuale Municipio della città di Lugano è la dimostrazione che l’unione fa la forza: con volontà politica e con coraggio siamo riusciti ad avviare con successo il necessario risanamento finanziario della città: risanamento finanziario ma non in un’ottica rinunciataria; in pochi mesi, siamo riusciti a posare le fondamenta di una riforma totale dell’amministrazione cittadina, resa necessaria dal processo aggregativo; una riforma improntata all’efficacia e all’efficienza, con l’obiettivo principale di fornire un miglior servizio al cittadino.

· Apertura. È un fattore cardine per la progettualità anche a livello comunale: tessere sinergie, sviluppare nuove collaborazioni, incoraggiare il partenariato pubblico-privato non potrà che giovare alla Lugano del presente e del futuro.

Sono intimamente convinto che la coesione dipenda dalla volontà di ciascuno di noi. Quindi, dobbiamo continuare a coltivarla ed alimentarla ciascuno nella propria vita quotidiana. La Svizzera, come dicevo, è ritenuta il perfetto esempio di uno Stato fondato per la volontà dei suoi cittadini. Abbiamo dimostrato, nella nostra storia, che l’unione nella diversità è possibile. È possibile soltanto se viene tenuta fede ad alcuni principi: la disponibilità al confronto, la valorizzazione del dialogo come fonte di ricchezza e la ferma volontà di mediazione malgrado interessi spesso molto distanti tra di loro. Dobbiamo andare fieri di questi valori, viverli, praticarli e tramandarli.

Personalmente, mi ritengo molto fortunato:
· come persona, di essere nato, cresciuto, formato, in questo paese che persegue obiettivi sociali e pari opportunità per i suoi cittadini di ogni età;
· come politico, di poter lavorare per questa Città, per il bene comune dei suoi cittadini, per il ruolo di Lugano nel Cantone;
· come privato cittadino e volontario in diverse associazioni sportive e non, di contribuire alla vita della nostra collettività;
· come cittadino soldato, fedele al principio della milizia, di essere al servizio della sicurezza della nostra nazione.

Un altro tema che mi sta molto a cuore: il senso civico dei cittadini, ovvero la “coscienza che il cittadino ha dei propri doveri, e quindi delle proprie responsabilità nei confronti dello Stato e della comunità”.

Stasera, in questa piazza, sono presenti numerose persone che operano giornalmente per il bene della nostra collettività:
· i volontari attivi nelle associazioni cittadine, sportive, di svago, culturali, che contribuiscono ad animare la vita dei Luganesi e dei Ticinesi;
· i pompieri che intervengono prontamente per proteggere i cittadini;
· i militi della Croce Verde di Lugano, professionisti e soprattutto volontari, che prestano soccorso a chi viene improvvisamente colpito nel bene più prezioso, la salute.

Desidero ringraziarli a nome di tutta la cittadinanza, perché sanno tradurre il “senso civico” in concreto servizio alla comunità. Tutti possiamo fare come loro!

Desidero pure ringraziare i colleghi di Municipio che mi hanno dato l’opportunità di esprimermi in occasione della festa nazionale e ringrazio tutti voi – gentili signore e signori – che questa sera avete voluto venire su questa bella e storica piazza luganese per condividere una breve riflessione sul nostro passato e sui valori cardine della nostra straordinaria nazione: unità, coesione, solidarietà e senso civico dei suoi cittadini.

Che questo Primo Agosto 2015 sia per tutti occasione per guardare al futuro con fiducia, coraggio e senso di responsabilità verso le generazioni future, con la consapevolezza delle nostre radici e la costante disponibilità a misurarci con il resto del mondo – da un profilo economico e culturale – continuando ad alimentare il nostro modello di democrazia, un’economia vincente, una società coesa e solidale.

Buona festa a tutti!

Michele Bertini