L’UDC Ticino si separa da Corrado Galimberti (titolo originale)

Con un minimo di “pubblicità interna” raccomando la lettura della mia intervista a Galimberti, effettuata per telefono la sera del 31 agosto. [Red]

UDC logo

Dopo aver sentito il diretto interessato ed effettuato un rapido giro di consultazioni, la Direttiva di UDC Ticino comunica di aver rinunciato alla collaborazione professionale dell’addetto-stampa, Corrado Galimberti. 

Quest’ultimo si era reso protagonista di prese di posizione di stampo razzista sulla rete, posizioni che UDC Ticino – oltre a non condividere nel modo più assoluto – reputa intollerabili se prese da chi occupa una funzione istituzionale nel partito.

Al di là della linea politica chiara e inequivocabile a favore di una priorità degli interessi elvetici – che spesso si trova in contrasto con il buonismo eccessivo e irresponsabile della Berna federale ed è quindi bersaglio di facili strumentalizzazioni da parte degli avversari – l’UDC è e rimane un partito rispettoso della democrazia e delle regole che la governano, di cui utilizza legittimamente gli strumenti che questa mette a disposizione: dibattito parlamentare, iniziativa e referendum. In questo gioco democratico, la destra ha il suo posto più che legittimo. Per contro, gli estremismi andanti oltre dette regole non sono accettati, né tantomeno ben visti dall’UDC: a prescindere da qualsiasi giudizio sul caso specifico Galimberti, l’UDC spera che ciò sia ben chiaro, una volta per tutte, a chi si avvicina al partito fraintendendo la sua politica eminentemente patriottica per una morbosa nostalgia del saluto romano.

UDC Ticino

* * * * *

NOTA. In applicazione di una mia specie di “par condicio” riprendo da Ticinolibero (che può intagliare nel calcio della sua Colt 45 la prima tacca) questa dichiarazione di Galimberti, che giudico significativa.

«E pensare che chi mi dà del fascista oggi, ieri… La “nostalgia del saluto romano”  non l’ho proprio capita. Io non sono fascista e neppure TicinoLibero è arrivato a darmi del fascista. Il buffo è che chi mi dà oggi del fascista, fino a ieri metteva i “mi piace” ai miei post. È vero, all’UDC non restava altro che mandarmi via e avrei fatto la stessa cosa se fossi stato nei loro panni, anche perché mi dispiace che questo caso sia stato strumentalizzato ai danni del partito. Tuttavia è incredibile vedere come fino a ieri le stesse persone da cui ricevevo calorose pacche sulle spalle oggi mi scaricano come se fossi un appestato».

L’opinione del professor De Maria? Facile. L’UDC non è fascista (ma patriottica) e Galimberti non è fascista. Gli unici fascisti a disposizione nei dintorni sono quelli che albergano nella mente di Raoul, che mi ha personalmente assicurato di averne visto una squadraccia, con tanto di fez, gagliardetto e manganello, in piazza Manzoni.