L’ho ascoltato tre volte. Lascio – volentieri e doverosamente – il giudizio al lettore, ma non mi privo del privilegio di “dire la mia”.
Colpisce la sproporzione grottesca tra il “delitto” e il castigo. E il tono apocalittico del comunicato. Uno molto francamente si domanda se il direttore sia una persona lucida ed equilibrata, capace di valutare correttamente una situazione, oppure un crociato impegnato a dimostrare “qualcosa a qualcuno”.
Ho sempre pensato che nominare una persona culturalmente e politicamente così sbilanciata alla testa dell’Ente fosse un errore e, alla fine, un danno per l’Ente stesso. Diciamo (eufemisticamente) che ieri sera non ho cambiato opinione.