Suscita in me perplessità la recente decisione del Consiglio di Stato – presa all’unanimità, dunque con il consenso dei due ministri leghisti, come scrive lo stesso Mattinonline – di abolire l’obbligo di presentare il cosiddetto “certificato dei carichi penali pendenti”.
Perplessità. Se scopo del provvedimento era la tutela della sicurezza del Ticino e dei suoi cittadini, non si vede proprio il motivo di revocarlo.
Se scopo del provvedimento era invece di punzecchiare e infastidire l’Italia (ed eventualmente anche Berna), tanto per incominciare questa è una cosa difficile da confessare apertamente. Volevamo solo “attaccar briga”? No, non lo ammettiamo.
L’opinione più diffusa è che la mossa sia stata concepita per facilitare l’elezione di Gobbi (che io, da buon ticinese e da uomo di destra personalmente auspico) in Consiglio federale. Ma non è detto che funzioni. A mio avviso l’elezione di Gobbi dipende da fattori di tutt’altro tipo, ben più sostanziali.
PS. Com’era prevedibile, la reazione del “governatore” Maroni è stata assolutamente negativa e non cooperativa. “Visto che di là cedono…” si sarà detto l’impavido Bobo.