“Ancora una volta il Ticino è stato dimenticato e tradito, in primo luogo gli stessi iniziativisti.” Una frase a effetto che suona cupamente accusatoria e invoca per la centesima volta quelle “misure accompagnatorie”, che sono la lagna eterna della sinistra e si sono trasformate in un’autentica fissazione.
La proposta del Consiglio federale non è, secondo me, qualcosa di serio. Il governo sa benissimo che quasi tutti, per varie ragioni, la respingeranno. L’unica cosa perfettamente chiara, sempre secondo me, è che il governo NON intende applicare la nuova Norma costituzionale.
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I Verdi del Ticino ribadiscono che la libera circolazione senza misure di accompagnamento che garantiscano la protezione e l’occupazione dei residenti, a condizioni dignitose, è una misura prettamente liberista, che ha contribuito a causare dumping salariale e provocato la sostituzione della manodopera locale con personale pagato meno. La clausola di salvaguardia, come proposta ieri dal Consiglio federale, non avrà alcun beneficio per il Ticino, che ha problemi ben diversi e più acuti del resto della Svizzera. L’incremento dei frontalieri non viene neppure preso in conto nel calcolo per far scattare la clausola di salvaguardia e la proposta governativa non tiene conto delle particolarità regionali.
Il progetto del Consiglio federale inoltre non prevede nessuna misura a difesa del mercato del lavoro: né per garantire salari dignitosi e nemmeno per riassorbire la disoccupazione. UDC e PLR hanno già annunciato che si opporranno ad ulteriori misure di accompagnamento all’accordo di libera circolazione e l’UDC propone addirittura un allentamento delle attuali misure, tant’è vero che ha votato perfino contro la proposta del Ticino di prorogare la validità dei 16 contratti nomali di lavoro imposti dal Cantone per arginare il dumping salariale. Ancora una volta il Ticino è stato dimenticato e tradito, in primo luogo gli stessi iniziativisti. Aspettiamo ora la proposta del Consiglio di Stato, che verrà presentata lunedì.
I Verdi del Ticino