“Il nostro voto sarà inutile per la Lega… perché non glielo daremo!”
“Christoph Blocher è un grande”
“Adolf Ogi, un disastro nazionale”
“Milioni di morti gridano la verità dalle loro tombe”

Rovigno b (2)A Rovigno è avvenuto l’incidente fatale

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Questa è la penultima intervista che ho fatto al mio amico, il 12 febbraio 2015. Il titolo (che ho scelto io stesso) esprime uno dei concetto cardine del Soldati-pensiero ed è da me condiviso.

Soldati da 81enne (e da Tenerife) si candidava allora per il Parlamento sulla lista della “Destra”. Eletti furono Chiesa (in autunno al Nazionale), Pinoja, Filippini, Morisoli e Pam

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Me l’aveva anticipato al telefono ma io, miscredente, non ero poi così sicuro che l’avrebbe fatto. E invece… Eccolo qui l’ 81enne candidato al Gran Consiglio sulla lista “la Destra”. Pur lontano sull’isola meravigliosa è qui con noi, per raccontarsi vivacemente e senza risparmio.

Un’intervista del suo vecchio amico (ma di lui più giovane) Francesco De Maria.

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Francesco De Maria   Candidarsi a 81 anni! Ha voluto stupire tutti? Ha voluto battere un record?

Gianfranco Soldati   Se la memoria non m’inganna, Valerio Gerosa, un deputato leghista che ricordo come persona di incredibile cortesia e gentilezza, aveva superato la mia età attuale quando fu eletto per l’ultima volta nel 1999. Altri candidati più anziani al momento non li ricordo. Ho avuto l’onore di essere il decano del Parlamento nel 2003, raccomandando ai miei giovani colleghi, nel discorso di inizio legislatura, di avere grande cura di quella pianticella fragile e sempre esposta ai venti che si chiama democrazia. Che qualcuno si sia stupito della mia candidatura è possibile e anche probabile.

Mi dicono che in alto alla scala dei candidati ci siano parecchi 18enni. Giusto e di grande interesse cabalistico che in fondo a detta scala ci sia un 81enne. La congiunzione 1 – 8 con l’opposto 8 – 1 potrebbe avere conseguenze astrologiche imprevedibili. La mia Sibilla personale e portatile mi rende attento al fatto che nel 2036, ben 14 anni prima della piena realizzazione della svolta energetica voluta dalle 4 Signore di Berna e, purtroppo, anche dal Consiglio nazionale, nel 2036, dicevo, più del 50% degli elettori avranno passato la soglia fatidica dei 4 quinti di secolo (con un 47% di convertiti all’islamismo). Per la conversione mi riservo tutto il tempo necessario, ma ho ritenuto prudente e giustificato mettermi a disposizione almeno per far sì che, se gli elettori lo vorranno, a difendere gli interessi di tutta questa marea di vecchi (troppi, lo riconosco, ma nessuno vuol morire giovane) ce ne sia almeno uno altrettanto anziano. E poi, non posso nasconderlo, la mia ambizione è quella di diventare il primo parlamentare centenario del Cantone, forse della Nazione e magari anche della mia prediletta UE.

Lei è stato granconsigliere per il PPD, poi per il Polo della Libertà (1995), poi per l’UDC. Come ricorda i suoi anni da parlamentare?

GS   Di anni in Parlamento ne ho già passati 24. I ricordi dell’attività politica sono come quelli della vita in genere: belli e meno belli. Quella politica è un’attività che può dare grandissime soddisfazioni e amarezze altrettanto grandi. Essere di un tedio mortale ma anche vivificante e entusiasmante. Nel complesso sono stati anni gratificanti.

Perché passa tutti quei mesi a Tenerife? Ci descriva la sua vita “esotica” sull’isola. Per quante ore al giorno scrive?

GS   Tenerife è un’isola meravigliosa, di una bellezza indicibile, purtroppo devastata da una speculazione edilizia sfrenata, peggio o almeno simile a quella delle rive mediterranee della Spagna continentale e delle stazioni alpine francesi o vallesane. Gode di un’eterna primavera. Passeggiate in riva al mare (poche, perché sono spontaneamente pigro, un pigro è una persona prudente che si riposa in vista di una incombente futura fatica), parecchie gite a funghi, 3-4 uscite a settimana a cena con gli amici, acquisti nei mercatini o negozi, molta lettura soprattutto notturna e poi 2-3 ore al servizio della mia inesauribile grafomania.

Lei è un brillante scrittore ma si ha l’impressione che, talvolta, non riesca a trattenere la penna (a trattenere lo sdegno?). Non teme che qualche suo lettore disapprovi il suo stile “eccessivo”?

GS   Definirmi brillante scrittore mi sembra eccessivo, scrivano a basso-medio livello giornalistico mi basterebbe. Armando Dadò ha scritto di me che ho tre motori ma pochi freni. Potrebbe aver ragione. La mia capacità di sopportazione delle molte cose “storte” che vedo è modesta, per non dire limitatissima. Inversamente proporzionali le mie reazioni di sdegno. Il diritto dei miei lettori di approvare o disapprovare la mia scrittura che, come dice lei, potrebbe essere giudicata “eccessiva”, è sacrosanto, come il mio di non aver alcun timore a scrivere come scrivo. Se lei lo ritiene opportuno, proverò però a convertirmi ad una scrittura diciamo “striminzita” o, se preferisce, all’eufemismo “aggressivo”.

Il suo partito, l’UDC, era agrario e piccolo. Poi verso la fine del secolo è diventato “blocheriano” e un po’ più grande, ma il successo vero nel Ticino non è mai arrivato. Il 2015 sarà l’anno buono?

GS   L’UDC dei “padri fondatori” è stata piccola nelle dimensioni elettorali, ma grande e nobile negli intenti. Quando, nel 1999, decisi con i miei amici di farvi confluire il “Polo” (nelle elezioni del 1995 “rimasto al palo senza pelo”, un solo eletto), anche l’UDC era ridotta a un unico deputato, Ulrico Feitknecht, un convintissimo e interessato (per incarichi di consulente agrario in Ucraina o Bielorussia, non ricordo bene) sostenitore di Adolf Ogi, che io considero un disastro nazionale. La “conditio sine qua non” per l’accordo era che si adottasse la linea blocheriana. Fu subito un piccolo successo, con 3 deputati, tutti di area “Polo”. 4 anni dopo, altro buon risultato, con 6 eletti. Poi le vicende Etter, la presidenza del mio successore Wicht e la “bagarre” da lui inscenata nei miei confronti ridussero il partito a 5 deputati. L’elezione, 4 anni fa, del nostro primo consigliere nazionale, Pier Rusconi, e la nuova presidenza di Gabriele Pinoja, con i suoi ottimi rappresentanti in Gran Consiglio, permettono di ragionevolmente pensare ad un reale progresso, con l’aiuto anche, che spero consistente, degli alleati di lista, Area liberale e UDF. Resta , innegabile, l’ostacolo di una Lega che pesca abilmente in quello che potrebbe essere il nostro ulteriore serbatoio.

Lei si ricorda degli anni “eroici” della Gazzetta? Anch’io c’ero già, eravamo insieme. Che cosa rimane di quel liberalismo?

GS   Se mi ricordo degli anni della Gazzetta Ticinese? E come no, li considero i più belli di tutta la mia attività politica. Impossibile dimenticare, per chi l’ha conosciuto, un grande, grandissimo come Aldo Crivelli, noto anche come Lallo Vicredi o Gavroche, uomo di cultura e spirito eccezionali. E chi non ricorda un Franco Masoni, un Fabio Pontiggia che prometteva già allora quel che poi ha mantenuto, o il fedelissimo e ideologicamente incorruttibile Elio Bernasconi, poi il direttore Giovanni Casella e, con una nota sempre viva di rimpianto nel cuore, Gianfranco Montù, per me un grande, che mi ha aperto gli occhi sulle malefatte degli amici e protettori americani, purtroppo con l’incapacità totale di accettare anche l’ombra di un compromesso, impossibilità che gli ha molto ostacolato la carriera. E ancora, tanti amici, la lista potrebbe esser lunga, con il rischio di dimenticarne troppi. Mi limiterò perciò a citarne uno per tutti, Tullio Righinetti, amico dai tempi del Liceo e dell’Università. Le “rimembranze” dei tempi di Gazzetta per me restano indelebili.

Certe volte ho l’impressione che la Destra si trovi a combattere una battaglia disperata e sia destinata a perdere sempre. Sarà il mio umor nero?

GS   La sinistra ha fatto tesoro dell’insegnamento di Lenin, il primo a capire che la padronanza della scuola e dei mezzi di comunicazione è indispensabile alla conquista e soprattutto al mantenimento del potere. Ancora oggi, 100 anni dopo, nel mondo occidentale europeo, parzialmente anche in quello statunitense, abbiamo una chiara prevalenza di insegnanti e giornalisti di sinistra. Prenda per esempio la nostra televisione: se sei di una destra anche solo blandamente accennata, le porte sono chiuse a triplice mandata. Adesso vedo però che molti partiti, quelli della sempiterna “fermezza nel cedimento”, stanno facendo propri molti degli argomenti classici dell’UDC per salvarsi da un declino che li stava travolgendo (vede che ho già imparato ad usare gli eufemismi?). Anche Savoia, che non è uno stupido e ha doni innati di tribuno, ha capito che i suoi verdi di fuori e rossi di dentro non avevano reali chances con la loro politica energetica sostenibile solo con una montagna di sovvenzioni ed è saltato rapido come un fulmine con tutta la sua armata sul nostro carro del 9 febbraio 2014. Una cosa rimane sicura. Né la sinistra, né la destra detengono la soluzione finale dei problemi. La politica della fermezza nel cedimento dei partiti borghesi classici ha permesso negli ultimi decenni la “socializzazione” del paese, in modo accentuato quella del PPD. Adesso percepisco segni di ravvedimento.

Non le è mai capitato di pensare che far politica è, alla fin fine, un’attività inutile, un po’ come pestare l’acqua in un mortaio?

GS   “Pestar l’acqua nel mortaio” mi sembra eccessivo, come direbbe Lei. Certo che con i sistemi democratici occorre un lavorìo da formicaio per portare a casa una pagliuzza.

Come intende svolgere la sua campagna elettorale? Di quali mezzi dispone?

GS   La mia campagna elettorale è quel che scrivo. Per aumentare le possibilità di successo ho però formato un gruppo di sponsor che finora ha raccolto 2,35 milioni di dollari e, ne sono stupito, 178’000 renmimbi. Un gruppo di amici che non sapevo di avere, a Ulan Bator. Vedrò, con i miei sostenitori, come investirli al meglio, magari tappezzando tutto il Ticino con la miglior cartellonistica disponibile o, addirittura, affittando una o più serate nelle ore di punta presso i signori di Comano.

L’UDC 2015 si è “ribellata” alla Lega? Ha fatto bene? Ha fatto male? La farà perdere? La Lega, alla fine, ha ottenuto “troppo” e dev’essere ridimensionata, per il bene di tutti?

GS   Ho già scritto come commento ad un articolo su “Ticinolive” che l’errore della Lega nei nostri confronti è stato quello di esagerare: “a vess trop goss” prima o poi arriva il conto. Sul “Mattino” l’amico Lorenzo Quadri, che a ottobre avrà il mio voto (non la scheda, solo quello personale) per quello che ha fatto in questi 4 anni a Berna, richiama l’attenzione degli elettori UDC sul cosiddetto “voto inutile”. Quello dell’UDC sarà certamente un voto inutile per la Lega, perché non glie lo daremo.

Non le chiedo un commento, gliene chiedo 5. Uno per ogni consigliere di Stato.

GS   Cinque voti?
a) Bertoli: intelligente, ma troppo convinto di esserlo più degli altri. Una convinzione, come ha scritto Albert Camus, che non vale niente, visto che è condivisa da tutti gli stupidi.
b) Sadis: un destino tragico il suo, quello di passare alla storia come ministro delle finanze che ha visto il debito pubblico salire alle stelle in un periodo di vacche non solo grasse ma addirittura obese. Sono o rimango “eccessivo”? Potrei giustificare l’operato della ministra facendo notare che la stessa sorte era capitata, qualche anno fa, al suo correligionario Kaspar Villiger, a Berna.
c) Beltraminelli: il mio giudizio, lo prometto, lo metterò nero su bianco quando avrò visto la conclusione della nuova politica ospedaliera che rischia, come già è capitato a quella precedente, di portare ad una vera sopraffazione da parte del pubblico nei confronti del privato.
d) Zali: ho avuto l’onore di star seduto al suo fianco durante 2 anni di consiglio comunale a Bioggio. So quel che vale. Quando fu nominato giudice molti arricciarono il naso, ma riuscì a convincere tutti che era un buon giudice. Convincerà tutti anche di essere un buon ministro.
e) Gobbi: tanti anni in Gran Consiglio con lui, seduto tra di noi stava Rodolfo Pantani. Giudizio interamente positivo. Peccato che nella sua corsa alla rielezione sia incappato in un radar.
f) Un ricordo commosso va a Michele Barra, la cui attività governativa troppo breve è stata improntata al buon senso che dovrebbe essere facoltà di tutti i politici, ma non lo è.

Il giudizio complessivo ingloba anche il Parlamento, e rimane fortemente negativo, per l’irresponsabile indebitamento.

La situazione dell’UDC in seno al governo federale è, da più di 7 anni, tragica (o tragicomica). Non sarebbe stato più sensato passare all’opposizione?

GS   Di questa situazione possiamo solo ringraziare il PPD, in particolare il suo presidente nazionale e il capogruppo alla Camera Alta, con la complicità dei radicali. Due partiti borghesi che si sono stoltamente ridotti, uno più e l’altro meno, nella condizione di dover pagare un conto che poi hanno pagato.

Chi è per lei Christoph Blocher?

GS   Christoph Blocher, che mi onora della sua amicizia, è un grande. Senza se e senza ma. Troppo grande per i numerosi nanerottoli che lo invidiano o lo denigrano.

Conosco pochi uomini che si collochino più a destra di lei. Ma quando il dottor Soldati parla di banche, di “queste” banche, delle banche del XXI secolo… allora sembra che egli improvvisamente si sia iscritto alla sinistra rivoluzionaria. Lei si scaglia con veemenza contro i banchieri “tipo Lehman” e li chiama – compiacendosi – “bankster”. Ma i banchieri non sono mai stati dei santi. E il piccolo e povero Ticino, non si è forse arricchito grazie ai capitali in fuga (e in evasione) da oltre frontiera?

GS   La cupidigia bramosa (si può dire così?) che imperversa nel mondo globale in genere, in quello bancario in particolare (parlo solo ed esclusivamente dei piani alti) è terrificante, tale da far dubitare che l’Uomo sia un essere dotato di cervello. Campione in questo campo non è però un banchiere, ma è stato e rimane un medico, con la sua pretesa (soddisfatta prima dell’indignata sollevazione popolare) di un milione al mese per 6 anni, condizionati dalla promessa di starsene in ozio in quello che era stato fino allora il campo di attività che lo aveva reso celebre e da tutti ammirato.

Quanto al Ticino che si sarebbe arricchito, mi dica Lei quanto ha personalmente incassato di questo preteso arricchimento. L’arricchimento c’è stato, ma sicuramente molto più a Zurigo che in Ticino.

Per tanti anni abbiamo visto (anch’io!) gli Stati Uniti come protettori e garanti dell’Europa libera. Perché il nostro giudizio è radicalmente mutato?

GS   Vede, anche adesso i crimini atroci dell’Isis suscitano orrore in tutto il mondo e il solo Stato in grado di efficacemente intervenire sono gli USA, e siamo ben contenti e grati che lo facciano. Dall’Europa, padrona del mondo nel 1901 e definitivamente decaduta nel 2000, solo blà blà blà. Ma le centinaia di migliaia, i milioni di morti, dappertutto nel mondo dove gli USA hanno portato pace e democrazia, gridano la verità dalle loro tombe. Una verità che non cambia anche se molti non sono ancora in grado di percepirla.

Che sentimenti proverà quando rientrerà nell’aula di Palazzo delle Orsoline?

GS   Guardi che io sono solo candidato, che possa rientrare in Gran Consiglio sta scritto in un futuro che nemmeno la mia Sibilla personale e portatile conosce.

Per finire, la domanda più difficile, quella da 1 milione di dollari. Mi citi una cosa buona che appartenga alla Sinistra!

GS   La sinistra di cose buone non ne ha una, ne ha molte. Il motivo per il quale la avverso con profondo convincimento è che la realizzazione completa dei suoi postulati domanda una razza umana che non c’è.

E su questa risposta beffarda l’intervista si chiude. Esclusiva di Ticinolive, riproduzione permessa citando la fonte.