Dall’inizio dei disordini in Ucraina, nel 2013, i civili sono in prima linea e la popolazione continua ad abbandonare le città nell’est del paese.
Secondo le Nazioni Unite, sino al marzo scorso, la guerra ha fatto almeno 9’160 morti e 21’000 feriti. Nel 2015 almeno 1.6 milioni di persone hanno lasciato le proprie case. Fra di loro 980’000 sono rimaste in Ucraina, mentre 600’000 hanno chiesto asilo nei paesi vicini. Principali destinazioni : Russia, Bielorussia, Moldavia, Ungheria, Polonia e Romania.

Novembre 2013 : Il 21, il presidente ucraino Viktor Ianoukovitch, vicino al governo di Mosca, abbandona l’accordo associativo con l’Unione europea e cerca una cooperazione più stretta con la Russia. Questa decisione scatena violente manifestazioni nella capitale Kiev da parte della popolazione filo-occidentale.

Dicembre 2013 : Le proteste si intensificano e la Piazza Maïdan di Kiev diventa il simbolo della rivolta. Prima di Natale, il presidente russo Vladimir Putin soccorre il governo ucraino acquistando, per 11 miliardi di euro, il debito del paese e riducendo di un terzo il prezzo del gas che la Russia vende all’Ucraina.

Febbraio 2014 : Sempre più violenti gli scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine, con decine di persone uccise a Kiev.
A Kiev arriva una delegazione di paesi occidentali per negoziare la destituzione di Viktor Ianoukovitch e elezioni presidenziali anticipate. Il 22 febbraio, Ianoukovitch viene destituito e lascia Kiev. Viene costituito un governo a interim.
Vladimir Putin denuncia il colpo di Stato e dichiara che la Russia si riserva il diritto di ricorrere a tutte le opzioni disponibili, inclusa la forza delle armi.

Marzo 2014 : Scontri tra militanti pro e anti-russi avvengono a Simferopol, capitale della Crimea. Con la sua base navale a Sebastopoli e aeroporti militari a Kacha e Simferopol, la penisola, che avanza sul Mar Nero, è un territorio strategico per la Russia, che vi dispiega le proprie truppe.
In prevalenza filorussa, la Crimea è ucraina da soli 60 anni. Il 16 marzo, la popolazione vota a favore dell’annessione alla Russia, durante un referendum definito illegale da Stati Uniti e Unione europea. Due giorni dopo, il presidente russo Putin firma il progetto di legge che fa della Crimea un territorio della Russia e Mosca riprende il controllo delle basi militari ucraine. In risposta, Canada, Stati Uniti e Unione europea vietano l’accesso al loro territorio a responsabili politici russi e della Crimea.

Maggio 2014 : In Ucraina, l’insurrezione pro-russa si propaga nelle regioni a est. L’11 maggio, i separatisti proclamano l’indipendenza delle regioni di Louhansk e di Donetsk a seguito di un referendum che il nuovo governo di Kiev giudica illegale.
Il 25 maggio, l’Ucraina elegge il suo nuovo presidente, il pro-occidentale Petro Porochenko, che si attiva subito per impedire la secessione della parte est del paese. Violenti conflitti hanno luogo a Sloviansk e Donetsk e l’esercito russo si posiziona alle frontiere dell’Ucraina.

Luglio 2014 : il 17 luglio, un aereo della compagnia Malaysia Airlines (MH17), in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur, precipita mentre sorvola l’est dell’Ucraina, causando la morte di tutti i passeggeri e dei membri dell’equipaggio.
L’Occidente accusa i ribelli pro-russi di aver abbattuto l’aereo con un missile, ma questi negano ogni coinvolgimento. Una nuova serie di sanzioni è attuata contro la Russia da parte dei paesi occidentali.

Settembre 2014 : il 5 settembre, il governo di Kiev e i ribelli pro-russi firmano una tregua a Minsk, in Bielorussia, ma la tregua non viene rispettata e i combattimenti proseguono.

Febbraio 2015 : Ripresa delle discussioni per giungere a un accordo di pace. Un piano “dell’ultima ora” difeso dal presidente francese François Hollande e dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, viene accettato dalle parti per mettere fine al conflitto. E’ l’Accordo di Minsk 2, ma di nuovo la tregua è breve. Il conflitto riprende, anche se con minore intensità.

Ottobre 2016 : incontro a Berlino tra Vladimir Putin, Angela Merkel, François Hollande e Petro Porochenko, il 19 ottobre. Scopo dell’incontro è rilanciare gli accordi di Minsk del febbraio 2015, ma le discussioni non portano a nessun accordo.