Il Consiglio di Stato ha deciso in merito a due ricorsi (Bernasconi/Pizzagalli e Besomi-Candolfi/Cirla) relativi alla nomina del Consiglio direttivo del LAC (sedute di Consiglio comunale del 3-4 ottobre 2016).

Cinque erano e sono  i seggi da ricoprire.

  • Confermata la nomina dei municipali Badaracco e Foletti e di Lorenzo Sganzini
  • Nuova elezione da effettuare per occupare i due posti rimanenti.

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Sono in possesso del dispositivo completo della sentenza del Consiglio di Stato (11 pagine) e ad essa mi riferirò.

Partiamo dalla sera del 3 ottobre 2016. Il Consiglio comunale – dopo aver confermato senza problemi i membri “di diritto” Badaracco, Foletti e Sganzini – è chiamato a votare sull’assegnazione dei 2 seggi rimanenti. Esito della votazione: Pesenti 27, Masoni 21, Grassi 20. A questo punto…

“Preso atto dell’esito dello scrutinio, il presidente del legislativo comunale ha quindi proceduto, nonostante le ulteriori perplessità procedurali sollevate da alcuni consiglieri, a mettere separatamente in votazione le due candidate (Pesenti e Masoni Brenni) che avevano ottenuto il maggior numero di consensi, facendo distribuire a questo proposito a tutti i presenti due schede di voto distinte (una per ogni candidata) con le seguenti possibilità di voto: favorevole, contrario e astenuto.

Il risultato di questa nuova votazione  (50 consiglieri  comunali votanti)  è stato  il seguente:

Giovanna Masoni Brenni  20 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astenuti (2 schede bianche)

Patrizia  Pesenti  25 voti favorevoli, 15 contrari e 8 astenuti (2 schede bianche).”  [testo del CdS]

Questa procedura è singolare e ci si può ragionevolmente domandare da dove provenga. A tutt’oggi (forse per carenza di scienza giuridica) non sono riuscito a comprenderlo.

Pesenti vien dichiarata eletta. Masoni, che ha avuto più voti contrari che favorevoli, non eletta. Argomenta il Consiglio di Stato:

  1. “Per quanto attiene invece alla procedura che è stata adottata in seguito per la designazione degli altri due membri di competenza del legislativo comunale di Lugano, dopo attenta analisi di tutta la documentazione, questo Consiglio ritiene che tutta la procedura seguita debba essere annullata.

A questa conclusione è dato giungere rilevando innanzitutto che l’ente comunale LAC Lugano Arte e Cultura è a tutti gli effetti un ente di cui il Comune di Lugano è parte.

In tale evenienza risulta pertanto applicabile per la designazione dei suoi delegati (in casu i membri del Consiglio direttivo sulla base dell’art. 8 cpv. 2 Statuto LAC), l’art. 13 cpv. 1 lett. p) LOC, in vigore dal 1 gennaio 2015, che prevede un sistema di nomina a maggioranza semplice.

Come ben rilevato anche dai ricorrenti, la nomina in questione deve  però essere considerata  a tutti gli effetti quale vera  e propria   elezione. […]

Ora, a giudizio di questo Consiglio, questo modo di procedere non può essere tutelato.

In primo luogo poiché mettendo in votazione il risultato di un’elezione, tenutasi tra tre candidati per due seggi, nella quale peraltro gli elettori (in casu i consiglieri comunali) avevano manifestato in modo chiaro le loro preferenze, si stravolge il sistema elettorale stesso, che in quanto maggioritario comporta l’elezione (immediata) dei candidati che ottengono   il maggior numero di voti, assegnando loro i seggi da occupare fintanto che non sono esauriti.

A quanto sopra deve poi essere aggiunto che mettendo in votazione i candidati eletti e conferendo agli aventi diritto di voto anche la possibilità di esprimere un voto contrario, si permette loro di paralizzare l’esito della votazione iniziale, votando contro un candidato (eletto) considerato sgradito. Come ben osservato anche da alcuni ricorrenti, qualunque sia il sistema elettorale, l’elettore che non vuole che un candidato sia eletto ha soltanto tre opzioni: o ne vota un altro, o astiene dal voto, oppure vota scheda bianca.

Nessun sistema elettorale prevede invece la possibilità di esprimere un voto contrario a un candidato, da contrapporre ai voti favorevoli, così che se i voti contrari superano quelli favorevoli, come avvenuto nel caso della candidata Masoni Brenni, il candidato eletto con il primo scrutinio, per finire, non è eletto.”

Il seguito è noto (ma sottolineato che l’intera procedura si è svolta sull’arco di due sere, 3 e 4 ottobre, con consultazione frenetica, di notte e di giorno, degli Enti Locali).

  • Il presidente del CC (democristiano) mette ai voti – per l’approvazione finale, nonostante la ferma opposizione e le proteste del PLR (Viscardi e Valenzano Rossi) – un Consiglio direttivo di soli 4 membri: Badaracco, Foletti, Sganzini e Pesenti.
  • (miracolo) La ratifica viene rifiutata dal CC con 25 No e 22 Sì (8 astenuti)
  • Viva esultanza nelle fila del PLR (“stolta esultanza” nelle parole del Domenicale)
  • A questo punto (sera del 4 ottobre) nessuno è eletto.

Scattano i ricorsi   Ne vengono depositati due: uno per conto della sezione PLR di Lugano (Besomi-Candolfi/Cirla, membri dell’Ufficio presidenziale, patrocinati dall’avv. Lorenzo Anastasi) e un secondo ad opera di Ares Bernasconi (giurista) e Patrick Pizzagalli (leghista). Il punto essenziale del ricorso PLR viene evidenziato dal Consiglio di Stato:

“Con il loro ricorso i signori Besomi-Candolfi e Cirla postulano l’annullamento della deliberazione del 3 ottobre 2016 relativa alla designazione dei tre membri di diritto del Consiglio direttivo, come  pure di tutte  le deliberazioni del 3 e 4 ottobre 2016 successive alla deliberazione mediante la quale Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni Brenni sono state designate (elette) nel Consiglio direttivo del LAC. Essi postulano pertanto che sia confermato l’esito della (prima) votazione del 3 ottobre 2016, mediante la quale il legislativo comunale ha eletto nel Consiglio direttivo del LAC Patrizia Pesenti e Giovanna Masoni Brenni, rispettivamente che sia dato atto che Roberto Badaracco, Michele Foletti e Lorenzo Sganzini sono membri (di diritto) del Consiglio direttivo del LAC.”

La decisione del Consiglio di Stato  È stata comunicata alle parti il 30 marzo us.

1.1 “E’ confermata la designazione dei municipali Roberto Badaracco e Michele Foletti, nonché del signor Lorenzo Sganzini, quali membri del Consiglio direttivo LAC.

  • Sono annullate tutte le decisioni 3 e 4 ottobre 2016 del Consiglio comunale di Lugano successive a quella per la designazione dei tre membri di
  • Gli atti sono ritornati al Comune di Lugano affinché risottoponga a nuova votazione da parte del suo organo legislativo la designazione (elezione) dei due membri mancanti di sua competenza del Consiglio direttivo.”

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È giunto per me il momento di commentare. Lo farò nel mio stile personale e informale, seguendo il mio feeling, le mie informazioni e i miei sentimenti. Esprimo qui la mia opinione, non quella dei miei amici, del mio clan (che non esiste) o del mio partito.

  • Il Consiglio di Stato avrebbe potuto accogliere la rivendicazione essenziale del PLR (Pesenti e Masoni elette), visto che la successiva votazione “di ratifica” non stava né in cielo né in terra. La conseguenza di ciò sarebbe stata, a causa dell’accordo “interpartitico” intervenuto con la sola opposizione del PS: Carrubba e Koch tra i “magnifici Cinque”; Pesenti, Masoni, Grassi, Cassina cooptati “di ferro”. Una decisione pesante, che avrebbe sancito il “trionfo” del PLR e di Giovanna Masoni Brenni. Il CdS un “regalo” del genere non l’ha voluto fare.
  • La stessa cosa sarebbe accaduta se i ricorrenti si fossero ritirati. Giovi Viscardi era pronta a farlo, e (così ho sentito) anche Ares*. Ma non Pizzagalli, forse per una sua decisione indipendente.  * Ares lo chiamo familiarmente così perché è stato – come tanti in questa piccola Repubblica – mio alunno. Oggi è un affermato giurista.
  • La decisione del Consiglio di Stato, apparentemente favorevole al PLR (cito i partiti poiché questa velenosa bega si è trasformata puramente in una questione politica), in realtà lo colpisce al cuore e mette il pallino nelle mani dei suoi avversari. Che cosa succederà?
  • Ce l’ha detto il Sindaco, col suo abituale, garbato sorriso (sembrava piuttosto soddisfatto). Il Municipio proporrà di eleggere Carrubba e Koch (che Borradori stesso è andato a prendere). Il Consiglio comunale li eleggerà, dopo di che (fermo restando che il futuro è nelle mani di Dio) i quattro “cooptandi” non saranno affatto cooptati. Né Grassi né Cassina (personalità più che stimabili) né Giovanna (finalmente fucilata, e ce n’è voluta…). Liquidata anche Pesenti, il cui ruolo sin dall’inizio è parso puramente tattico. Direi un’abile provocazione, accolta malissimo dai “suoi” socialisti che, non so perché, non la amano, come già si è visto.
  • Che cosa può fare il PLR ? Questo è un punto importante. “Ormai sono fottuti” mi ha detto una voce (non PLR) al telefono. Linguaggio inammissibile, non siamo all’osteria. Può ricorrere al Tribunale Amministrativo (ha 3o giorni di tempo). Può decidere di battersi fino all’ultima cartuccia (dovrei sentire Giovi e Karin, che – tra l’altro – è stata nominata Vicepresidente del partito; vivi complimenti dalla Redazione). Può decidere di rassegnarsi, e la cosa sarà vista, inevitabilmente, come un’ulteriore sconfitta dei liberali-radicali in quella che era la loro Città. La mossa del Consiglio di Stato, abile, astuta, li ha messi nell’angolo. Bisognava azzoppare, anzi stroncare, il “compromesso interpartitico”, solo per finta accettato dai leghisti. Determinante alla fine è risultato Pizzagalli. Importanti in politica non sono soltanto Obama o Trump o Merkel o Burkhaltèr. Anche Pizzagalli può essere importante, anzi decisivo, nel caso presente.
  • Certo non è un bel leggere  Uno dei colonnelli della Lega, che riveste un ruolo fondamentale per ciò che scrive, facendo largamente opinione; che ha motivi personali ben noti; che ha trasformato quel po’ di ragione che aveva (non si può escludere) in un’avversione personale implacabile. Non è bello, e alla fine è fastidioso, leggerlo. Possibile che debba essere lui a insegnare a tutti com’è opportuno gestire Lugano Arte e Cultura? Lui che l’ha attaccato spietatamente, domenica dopo domenica, per molti anni, dicendone tutto il male possibile? Perché non scrive: CHIUDIAMO IL LAC ? Anzi demoliamolo. Facciamolo bombardare dall’aviazione. Così potrebbe rivelare al mondo il suo autentico pensiero.